Il panfilo, cerniera ideale tra i due momenti <br>del percorso artistico di Anna L'Altrella.

Dalla costa ligure al volto umano

La nuova esposizione milanese della pittrice Anna L'Altrella porta una novità nel suo itinerario artistico. Dal tocco brillante dell'acquerello a una superficie più tormentata. Segno di qualcosa di inaspettato nell’orizzonte abituale delle cose
Anna Colombo

Chi abbia seguito fin dagli esordi il lavoro di Anna L’Altrella, guardando le sue ultime opere, in mostra ora a Milano, non potrà fare a meno di notare come esse introducano una sostanziale novità nell’itinerario di questa artista. Novità nei soggetti, innanzitutto, ma anche nella tecnica.

Nata a Monza e formatasi a Milano all’Accademia di Brera, Anna si è trasferita nel 2006 a Varigotti, nel savonese, dove hanno preso forma le sue prime creazioni, dando inizio ad una ricerca artistica di cui l’esposizione visitabile in queste settimane, allo Spazio Lumera di Milano, testimonia senz’altro un punto di svolta. Mentre fin qui, infatti, la pittrice si era dedicata a rendere con l’acquarello la variopinta bellezza del paesaggio – la costa ligure soprattutto, ma non solo –, ora è quasi esclusivamente il volto umano ad essere protagonista delle sue tele, dipinte ad olio. Anche se a ben guardare il divario tra le due tecniche, almeno per come le utilizza Anna, non è poi così profondo come potremmo pensare: se infatti l’acquarello, pur decisamente luminoso, veniva steso in modo molto corposo e tutt’altro che evanescente, adesso è il colore ad olio che talvolta si fa quasi liquido, lasciando lunghe sgocciolature sulla superficie dei quadri.

Come per segnare anche visivamente questo cambiamento due lunghi acquarelli raffiguranti la basilica di Assisi e i suoi dintorni fanno da contrappunto alla serie di visi e sguardi. Quadri dai tagli insoliti, eseguiti spesso da distanza molto ravvicinata. È l’immagine di un panfilo, che emerge enorme da dietro le architetture di una città lagunare, a fare da cerniera ideale tra i due momenti di questo percorso artistico: dopo averlo dipinto inizialmente in acquarello, la pittrice ha ripreso questo stesso motivo in un quadro ad olio, ricoprendolo in parte con uno strato di pellicola trasparente spiegazzata. Una tecnica, questa, nata per caso quando Anna si era accorta dell’effetto lasciato su una tela dalla plastica utilizzata per l’imballaggio. Quasi un suggerimento fornito dall’esperienza, per un’artista che comunque ha sempre sentito la necessità di lavorare dal vero, quindi a stretto contatto con la realtà. Del resto, anche le evocative intestazioni delle opere e soprattutto il titolo stesso della mostra milanese, “événement imprévu” (evento inatteso), portano il segno di qualcosa di inaspettato che si inserisce nell’orizzonte abituale delle cose.

Le opere realizzate in olio e pvc sono sicuramente quelle che più prendono le distanze dai modi consueti della pittrice, che si trova evidentemente in una fase di sperimentazione. Al tocco brillante, si potrebbe dire festoso, che negli acquarelli creava l’incresparsi del mare, il profilarsi dei colli, il riflesso di un'alba, si sostituisce ora una superficie più raggrinzita e tormentata, in un certo senso più “costruita”, anche grazie all’uso delle plastiche, che a tratti rivelano e a tratti smorzano i colori sottostanti. Parte integrante di questo nuovo e più drammatico linguaggio è senza dubbio l’irruzione potente della fisionomia umana, quasi cristallizzata nel suo tratto più caratteristico, lo sguardo.

Dal 5 al 31 maggio viene esposta la mostra allo Spazio Lumera, via Abbondio Sangiorgio, 6 (Arco della Pace), Milano.
Orari di apertura:
16 - 19.30 Lunedì, martedì, giovedì, venerdì
10.30 - 12.30 e 16 - 19.30 Sabato