Casini Appello insistito a maggioranza e opposizione

Storie
Gianluigi Da Rold

Il Presidente della Camera ha aperto il Meeting chiedendo ai politici senso di responsabilità: risposte chiare a chi governa e proposte alternative altrettanto chiare alla minoranza

È un personaggio istituzionale colui che inaugura il Meeting del 2003, nella sede della nuova Fiera di Rimini. È il presidente della Camera dei deputati, Pierferdinando Casini, che sceglie subito nel suo discorso un tono al di sopra delle parti e degli schieramenti politici. «Tende a prevalere - dice Casini - un atteggiamento manicheo per cui il bene e il male sono collocati interamente dall’una o dall’altra parte. Intanto il Paese aspetta le risposte cui ha diritto e attende di essere finalmente traghettato sulla sponda della competitività e dell’efficienza».
Il popolo del Meeting, cresciuto nell’educazione alla totalità, è attento alla politica e alle scelte politiche, ma non ne trae la ragione ultima della propria vita, bensì un motivo fondamentale per arrivare alla costruzione di un bene comune, di un contesto istituzionale che favorisca la realizzazione dei desideri degli uomini.
L’attenzione a questo desiderio sta nelle parole di Casini quando indica il «nocciolo della questione» italiana: «C’è una maggioranza legittimamente scelta dagli italiani: governi, producendo fatti e non polemiche o parole e risponda così, se ne è capace, all’ondata straordinaria di aspettative che su di essa si sono riversate. C’è un’opposizione che aspira con uguale legittimità a governare l’Italia di domani: produca progetti alternativi chiari, se ne è capace, e abbandoni l’ossessione antiberlusconiana che al momento appare il suo vero e più forte collante».
Nel suo discorso al Meeting, il Presidente della Camera si permette quindi un affondo di buonsenso politico e storico, che non può che trovare un’eco positiva nella platea: «È un desiderio così difficile da realizzare quello di avere una maggioranza che non polemizza da sé su questioni interne e un’opposizione che non viva solo il tabù di Berlusconi ? Mi sembra che questo sia il sogno di una persona normale».
Non c’è solo questo richiamo da parte di Pierferdinando Casini. C’è anche la difesa del ruolo della politica in una società che spesso dimentica principi fondamentali. Il Presidente della Camera fa un esempio della storia recente e cita il cancelliere tedesco Helmut Kohl, quando si trovò di fronte al grande e complesso problema dell’unificazione della Germania: «Se Kohl avesse fatto un sondaggio tra i suoi elettori, avrebbe scelto una strada diversa». In quell’occasione il Cancelliere fece prevalere le ragioni della politica contro il parere dei banchieri, contro una serie di interessi, contro la stessa popolarità di cui godeva. Scelse, secondo Casini, per ragioni politiche e storiche, dando una svolta importante alla storia d’Europa. Il richiamo indiretto di Casini, con la citazione di Kohl, è in fondo una “sveglia”ai politici italiani: «Non è detto che il maggior numero sia sempre dalla parte del giusto e del bene. La maggioranza deve sapere ascoltare le ragioni della minoranza, perché il confronto democratico non può essere un’operazione aritmetica».
Sempre sulla linea di un superamento di blocchi contrapposti, il Presidente della Camera cerca anche di smorzare i toni accesi sul problema della giustizia e allo stesso tempo sulla necessità di «una riforma giudiziaria sistematica e coerente». In più, fa un accenno al lavoro delle commissioni parlamentari, che suscitano polemiche nel Parlamento e nel Paese: «Sono strumenti da usare cum grano salis».
Infine, Casini chiude con una considerazione che sembra a tutti ovvia, ma non ancora ai “neolegislatori” della Convenzione europea: «Nella nuova Costituzione europea ci deve essere un riferimento alla radice cristiana come minimo comune denominatore».