BASTARDI SENZA GLORIA
Tarantino: i buoni non sono così buoni

Antonio Autieri

Un suadente colonnello delle SS nazista va in cerca di ebrei con il sorriso sulle labbra, nella Francia occupata. Una sua mancata vittima sfugge al massacro della famiglia e medita vendetta mentre, sotto falsa identità, gestisce un cinema a Parigi. Un gruppo di soldati americani ebrei, guidati dal tenente Aldo Raine, arrivano sul territorio francese per uccidere e togliere scalpi - alla maniera dei pellerossa - ai nazisti cui danno la caccia. Un’attrice tedesca di fama mondiale è una spia delle forze alleate contro il Terzo Reich. Intanto si preparano attentati, contro Hitler e gli altri potenti gerarchi, che potrebbero chiudere in anticipo la Seconda Guerra mondiale… Sono solo alcuni dei personaggi e delle situazioni del nuovo film di Quentin Tarantino, ex enfant prodige del cinema mondiale che si fece notare all’inizio degli anni 90 con Le iene e Pulp fiction, originalissimi mix di tensione, violenza, citazioni cinefile, ma anche sapienza narrativa e rappresentazione dell’umano meno superficiale di quanto lo stesso regista vuol dare a intendere. Anche in Bastardi senza gloria (i “bastardi” sono appunto il gruppo di soldati yankee in cerca di scalpi nazisti) Tarantino non rinuncia alle sue caratteristiche, ma le rimodella in un’opera completamente originale. In cui, ancor più che in passato, la miriade di citazione cinematografiche, l’umorismo anche un po’ nero e un certo compiacimento per la violenza - che fanno consigliare il film solo a un pubblico adulto e comunque non facilmente impressionabile - si coniugano con temi apparentemente poco tarantiniani come il desiderio di libertà contro l’oppressore e il dolore per la perdita; in particolare nel personaggio di Shosanna, la giovane ebrea che sfugge alle armi tedesche che trucidano la sua famiglia (in un incipit tesissimo e angosciante).
Su Quentin Tarantino le opinioni sono in genere molto nette e contrastanti: chi lo considera un genio si contrappone a chi non ne sopporta l’autoconsiderazione eccessiva. Ma a parte qualche passo falso (soprattutto il precedente, pessimo A prova di morte), il regista di Kill Bill è capace di inventare cinema come pochi, mescolando generi (il film di guerra, il western, il melodramma, il film storico e così via) e reperti, citazioni del passato e linguaggio moderno (dal punto di visivo, musicale, del montaggio), riesce a parlare di Storia inventandosi una storia mai accaduta e che solo una mano sapiente può far apprezzare al pubblico senza risultare fastidiosa, sa far recitare splendidamente star come Brad Pitt e Diane Kruger e ottimi attori poco noti come la francese Melanie Laurent e l’austriaco Christoph Waltz (il perfido nazista, davvero gigantesco). Si soffre e si rimane anche perplessi: i buoni non sono così buoni, e comunque fanno spesso una brutta fine. Manca a tratti la pietà, in un film che pur senza realismo rappresenta una guerra brutta come sicuramente lo è davvero. Ma il cinema di Tarantino tutto è tranne che un giochino per distrarre il pubblico, come i detrattori lo hanno dipinto per anni. E questa grande cavalcata di oltre due ore e mezza nel mezzo di una Storia tragica lo conferma.

Bastardi senza gloria (2009)
di Quentin Tarantino
Con Brad Pitt, Christoph Waltz, Mélanie Laurent, Diane Kruger, Daniel Brühl