Abbazia di Chiaravalle, Milano.

La diversità nel fare le cose di tutti

Il desiderio di essere a Caravaggio, una figlia di quattro mesi, la scelta di andare a Chiaravalle. Una giovane mamma si ritrova in un'abbazia a recitare il Rosario con un gruppo di amiche. E racconta il suo pellegrinaggio "alternativo"

Mi sono iscritta al pellegrinaggio a Caravaggio ignorando chi mi diceva che non sarebbe stato intelligente, né prudente, portare la mia bambina di quattro mesi. Parlando con altre mamme mi sono convinta a non andare. I giorni successivi continuavo a sentire il dispiacere di perdermi un'occasione così importante, percepivo di avere bisogno di quel gesto.

Per questo discutendo con alcune amiche, ci è venuto in mente di fare un pellegrinaggio "alternativo", più semplice come logistica, in modo da poter partecipare con i bambini, portando le stesse intenzioni e la stessa tensione del pellegrinaggio a Caravaggio. Così, in un passaparola, ci siamo ritrovate a Chiaravalle e lì abbiamo detto il Rosario.

Durante la messa, mentre tenevo in braccio mia figlia un po' inquieta, mi sono accorta che la mia attenzione era divisa tra la messa e lei, e pensavo che, se fossi stata a Caravaggio senza di lei, avrei pregato meglio, avrei ascoltato con attenzione le parole di Carrón, ma questo pensiero è stato subito smentito guardando alcune delle amiche con i loro bambini. Erano talmente belle che ho desiderato poter stare con mia figlia con quella disponibilità e pazienza che vedevo in loro. Dedite alla presenza dei loro figli. E liete.

Un amico mi diceva che i primi cristiani erano riconoscibili innanzitutto non per il numero di messe che facevano, ma per la diversità che avevano nel fare le cose di tutti. Quelle amiche, amando Gesù, stavano con i loro bambini in un modo che parlava di Lui. Come mi ha detto mio marito, non è vero che mia figlia mi impedisce di seguire Gesù, ma mi impedisce di seguire l'immagine che io mi faccio di Lui.

Lucia, Milano