Un altro terremoto ha colpito il Centro-Italia nella notte tra il 26 e il 27 ottobre.

Il Suo abbraccio dopo la scossa

Il terremoto che torna in Centro-Italia. La paura, anche durante la Scuola di comunità. E i tanti messaggi e telefonate ricevuti al mattino. Come l'sms di Daniele, un amico «sconosciuto» che si offre per dare una mano

Le scosse sono state lunghe, forti, ripetute. Grazie a Dio, la prima ha allarmato così tanto che, nei paesi più colpiti, quasi tutti erano già fuori casa quando è arrivata la seconda scossa di magnitudo 5,9.

Ciò che mi è successo è che, mentre stavo andando al video-collegamento per la Scuola di comunità di Carrón, ripensavo che avevo ricevuto tante telefonate e messaggi; e tra i primi a cercarmi c’era anche Alejandra dalla Spagna e allora mi sono detta: «Ma qual è il problema?». Proprio la domanda che Carrón le aveva fatto (malata gravemente di tumore) quando si erano incontrati. Io mi sono fatta la domanda soltanto dopo due ore dalla scossa. Ma dopo due ore la mia coscienza si è risvegliata.

La Scuola di comunità, poi, è stata una “scossa”, non solo per il terremoto. Ora desidero che questa coscienza risvegliata duri e che sant’Emidio ci protegga dal terremoto e dalla morte improvvisa.

Stamattina ho ricevuto altri sms e telefonate, già dalle otto. Poi mi è arrivato questo messaggio. Ero dubbiosa, perché si trattava di un numero sconosciuto: «Ci manca solo un virus!», ho pensato. La foto del contatto, però, mi ispirava fiducia ed ecco cosa ho letto:

«Cara Elisabetta, mi chiamo Daniele e ho visto la tua comunicazione sugli amici di Camerino (che sono vivi ma hanno perso la casa) nella chat di Alejandra. Vent'anni fa venni come volontario per il terremoto a Serravalle di Chienti e quella terra mi è rimasta nel cuore. Volevo dirti di farmi sapere se decidete di prendere iniziative a favore dei tuoi amici. In realtà sai cosa mi ha mosso a scriverti? La tua frase: "Che cosa ci sta chiedendo Gesù in questa circostanza? E io ho viva anche la domanda che Alejandra ha fatto sua: ma qual è il problema?". Hai detto (molto meglio) quello che avrei scritto io, che, nonostante il mio limite, mi continuo a fidare di questo grido che ho fin da ragazzo». Poi aggiunge: «Le mie risorse sono: 1) Non ho molti soldi, ma ho molti amici 2) Ho un camper 3) Ho un gruppo musicale che (immodestamente) è molto apprezzato e potrebbe, gratuitamente, farsi un giretto a Camerino per qualsiasi idea venisse in mente».

Allora, io non so cosa mi chiede oggi Gesù, ma il Suo abbraccio l’ho già sperimentato.

Elisabetta, Macerata