«Mosso perché afferrato da uno sguardo»

Un'amica gli propone di volantinare per la presentazione della biografia di Giussani. Salvatore, colpito dalla sua contentezza, coinvolge tutti gli amici. Fino a quella scoperta: «Incontrando la gente, sono più certo di quello che mi è accaduto»

Tutto è iniziato quando, durante un caffè, una mia amica mi ha chiesto se avessi invitato i miei compagni di corso all'incontro di presentazione del libro Vita di don Giussani, che si sarebbe tenuto qualche giorno dopo al Politecnico di Bari. Mi sono vergognato molto perché non mi ero mosso per niente.
Però, ricordo i suoi occhi mentre mi raccontava dell'utilità che aveva avuto per lei invitare i suoi colleghi. Di come stava riscoprendo la bellezza dell'incontro fatto con il carisma di don Giussani. Di quanto le avesse cambiato radicalmente la vita. La contentezza che traspariva dalle sue parole ha fatto crescere in me il desiderio di prendere sul serio la mia vita e, quindi, anche il mio personale incontro con Gesù.

Così ho accettato la proposta di volantinare nel centro di Bari per invitare la gente. Ho chiesto ai miei amici di aiutarmi. Mi hanno detto tutti di no, tranne uno. Contento per il "si" di quell'unica persona, sono andato subito a stampare i volantini.
Durante l'organizzazione ci sono stati momenti in cui le preoccupazioni prendevano il sopravvento. Chiedermi perché lo stessi facendo mi riportava agli occhi di quella mia amica. Così ho evitato di farmi prendere dall'angoscia.
Il giorno del volantinaggio avevo deciso di lasciar parlare i miei amici, perché mi preoccupava molto l'idea di invitare dei perfetti estranei. Il gruppetto con cui stavo era più imbarazzato di me. All'improvviso mi è tornato alla mente il viso della mia amica, così ho deciso di rischiare per primo. Per la prima mezz'ora, non solo abbiamo ricevuto dei "no" disinteressati, ma certe persone ci hanno proprio evitato. Misteriosamente, però, la mia contentezza cresceva e tutte le preoccupazioni diminuivano.
Oltre all'indifferenza, sono accaduti degli incontri inaspettati, come un signore che mi dice: «Ho deciso di venire, perché vedo quanto sei certo di quello che mi stai proponendo». Questa sua battuta mi ha sconvolto, perché io ero certo solo di ciò che avevo visto in quella mia amica. Quella certezza di Cristo e del movimento, intravista in lei, si stava radicando in me.
Grato e contento per quello che mi è accaduto, ho raccontato tutto ai miei amici in appartamento. Uno di loro, stupito, mi ha detto che anche lui avrebbe voluto volantinare. Siamo andati insieme al mercato popolare e, poi, di nuovo in università.

Non so quante persone che mi hanno detto di sì siano effettivamente venute all'incontro, ma la cosa più interessante per me è stata la mia crescita. Penso all'anno scorso, quando non mi sono mosso nemmeno per le elezioni dei rappresentanti, nonostante fossi candidato. Solo seguire qualcuno davvero contento e grato della vita che ha, è in grado di generare un io nuovo, capace di affrontare le circostanze sfidando tutto e tutti. Ho scoperto che il rapporto con don Giussani, che non ho mai incontrato fisicamente, è con uno che mi è vicino e compagno di avventura: quotidianamente mi fa compagnia e la sua affezione a Cristo mi sta afferrando tutto. La cosa più grande è che ora, facendo le cose, incontrando la gente, sono diventato più certo di quello che mi è accaduto. Perché tutto è una domanda a me, tutto chiede una risposta vera sulla mia vita.
Salvatore, Bari