Come ogni mattina, dopo aver fatto colazione, stavo scendendo le scale della mensa per andare in lavanderia, dove, noi donne dei piani, prima di iniziare il turno recitiamo insieme l’Angelus.

Quella mattina, però, quando sono arrivata, tutte le ragazze parlavano tra loro sottovoce e avevano un gran sorriso stampato sul volto, come quando per strada si incontra qualcuno di famoso. Mi sono guardata in giro e, tra le ragazze in divisa bordeaux, c'era un uomo non tanto alto che portava una polo nera. Subito ho pensato che potesse essere un parente del direttore, poi, incoraggiata dal continuo bisbiglio ho guardato meglio: la statura, i lineamenti del viso, il colletto bianco...

Quando ha iniziato a parlare con quell’accento spagnolo non ho avuto più dubbi: era Carrón! Ci ha detto che la governante gli aveva scritto un biglietto invitandolo a dire l’Angelus con noi. E prima di recitare insieme la preghiera ci ha detto: «L’Angelus all’inizio della giornata ci ricorda che anche la Madonna era immersa nelle occupazioni, nelle cose da fare, ma le faceva con lo sguardo rivolto alla Bellezza» e ancora, «ogni giorno dobbiamo ricordarci che dicendo l’Angelus siamo davanti a Uno che accoglie le nostre fatiche».

Tutta l’esperienza del lavoro alla Tivigest si può riassumere in queste parole; quello che io desidero sistemando le stanze è che chi si trova lì possa stare bene e, attraverso la bellezza di un lavoro ben fatto, gustare almeno un briciolo di quella Bellezza che ho incontrato io, la stessa che permetteva alla Madonna di dire sì ogni giorno, per questo vale la pena faticare. La presenza di Carrón, le sue parole, e, prima ancora, il gesto della governante, hanno rappresentato per me un Bene evidente capace di investire ogni aspetto della vita, anche il lavoro estivo.

Gloria