«Nel dolore, lo schianto della Sua tenerezza»

La malattia e il ricovero in ospedale. È il sacrificio quotidiano di Antonella. Che non si abbatte. Grazie alla compagnia dei suoi amici, che le hanno insegnato ad accettare tutto come «segno di grazia»

Caro don Carrón, ho incontrato il movimento nel 1992 e da allora la sete di appartenenza alla Chiesa è andata sempre ad aumentare. Sono stata operata due volte di tumore e oggi che studiamo il capitolo sul sacrificio sto vivendo serena il nuovo sacrificio che mi viene chiesto. Sono sulla sedia a rotelle e tra tre giorni ricomincerò la chemioterapia. La lezione sul sacrificio e sulla verginità hanno avuto l’effetto di uno schianto per la mia vita, un effetto di tenerezza e di forza, di fedeltà. La Chiesa non ti leva il problema, ma ti accompagna ed io mi sento abbracciata dalla Chiesa nei tanti amici che mi stanno accanto e mi aiutano a non avere paura. Il Signore non è solo in quei volti, io dico che la sua tenerezza si vede anche nella pianta di basilico che profuma casa mia. Si vede anche nei luoghi che sembrano solo pieni di dolore. Una settimana fa sono stata ricoverata in un centro oncologico per un ciclo di radioterapia, un giorno un’infermiera è venuta a lavarmi e mi toccava con una delicatezza ed un’attenzione così grandi che mi sono commossa perché ho pensato che in quel momento mi stava accarezzando Gesù. Anche lei si è commossa e la sua lacrima si è mischiata alla mia che cadeva giù dal mio viso. Ci siamo guardate, è stato un momento di verità per tutte e due. Lei mi ha detto: «Nel lavarti pensavo che stavo pulendo la croce di Gesù». Io le ho risposto che per me la carezza di Gesù era lei.
Sono testimone della presenza di Gesù anche nella mia famiglia. I miei tre figli e mio marito non sono del movimento, ma guardano come vivo io, hanno fiducia nei miei amici, sono aiutati da loro. La serenità di fronte alla malattia, l’avere imparato a consegnarmi alla volontà di Dio come un bambino con la sua mamma non sono opera delle mie forze, ma segno della grande grazia che il Signore sta operando in me e questo è un miracolo.
Antonella, Siracusa