Giovanni Bizzozero.

«Preferiti, anche dentro il dolore»

Il 4 novembre 2011 è morto in un incidente stradale Giovanni Bizzozero, studente di Veterinaria. A un anno di distanza, i genitori raccontano la loro esperienza. Fin da subito «ciò che era accaduto ci metteva di fronte ad una scelta»

Carissimo don Julián,
il 4 novembre è un anno che il Signore ha voluto nostro figlio Giovanni con sé. Fin dalla prima notte per noi è parso evidente che ciò che era accaduto ci metteva di fronte ad una scelta: se fosse più ragionevole credere che questa circostanza negasse tutta la preferenza che in questi anni ci siamo sentiti addosso, o che, in modo misterioso e doloroso, quanto accaduto fosse dentro questa preferenza.

Abbiamo detto il nostro sì, quella notte ed ogni istante di questo anno. Abbiamo scoperto che non è che il Signore prende questo sì, se lo mette in tasca e tutto continua come prima, ma abbiamo sperimentato che da questo sì tutto cambia, perché Cristo risponde e quindi risponde tutta la realtà che è fatta di Lui. Dal quel momento la nostra vita è stata l’essere spettatori del Mistero buono che interviene in ogni istante dentro la vita. Questo ha stravolto il modo di guardarci tra di noi, di guardare i nostri figli, gli amici di sempre e le decine di nuovi amici incontrati.

Ti dobbiamo confessare che il dolore per la mancanza di nostro figlio aumenta di giorno in giorno, ma aumenta anche l’evidenza e quindi la certezza. Innanzitutto la certezza - come ci hai detto la sera prima del funerale al telefono - che Giovanni ora gode della pienezza con un’intensità di bene molto più grande di quella che avremmo potuto dargli tutti noi, ma anche la certezza che questo è il nostro destino, e che questo compimento è già iniziato ora, qui, perché testimoni di Lui che riaccade continuamente e quindi che continuamente compie. Questa certezza è proprio frutto non di un miracolo, né di sentimenti o pensieri scomposti, ma di un cammino che per grazia, dal primo incontro, abbiamo fatto e stiamo facendo nella compagnia del movimento. Per cui questo dolore non è mai stato un dolore disperato ma è ora un dolore offerto.

Ci siamo anche accorti che dire questo sì, che guardare così la realtà non è di una volta, ma è di ogni istante, perché in ogni istante noi dobbiamo ridecidere Chi guardare, e che questo sguardo e questo sì sono possibili perché apparteniamo ad un popolo, un popolo costituito da volti precisi di amici che fin dal primo istante ci hanno abbracciato e non ci hanno mai più lasciati, il volto di Gesù che dice: «Donna, non piangere».
Flavio e Ester, Viggiù (Varese)

La sfida più potente alla positività del reale: il testo dell'assemblea di Julián Carrón con gli universitari in occasione della morte di Giovanni Bizzozero (9 novembre 2011)