John Hughes.

«Un amico che mi risveglia»

Domenica 29 giugno, in un incidente stradale, è morto a 36 anni John Hughes, sacerdote anglicano e decano del Jesus College di Cambridge. Un'amica ricorda il suo incontro con CL e la «radicalità e semplicità» della sua testimonianza

Domenica 29 giugno, in un incidente stradale tra Londra e Cambridge, è morto a 36 anni John Hughes, sacerdote anglicano e giovane decano del Jesus College.

La storia di John si è intrecciata in modo misterioso, ma molto potente con quella del movimento: grande amico di Andrew Davison, ha sempre partecipato ai nostri incontri con entusiasmo, tanto da proporci di fare Scuola di comunità nei locali del Jesus College, anziché a casa di Andrew dove prima ci trovavamo. Di John mi ha sempre colpito una cosa: per lui le parole di don Giussani sono sempre state una grande fonte di gioia e, al tempo stesso, hanno scavato in lui una grande ferita. Mi colpiva come non tralasciasse nemmeno una virgola di quello che leggevamo di Giussani. Non certo per una curiosità intellettuale, ma perché ogni parola della Scuola di comunità interpellava la sua vita, destava interrogativi, tracciava una strada. Quante volte osservando John, durante i nostri dialoghi e il tempo trascorso assieme, mi sono scoperta a pensare che proprio attraverso di lui, che aveva incontrato da pochissimo il movimento e che era anglicano, stavo scoprendo il carisma di Giussani e la sua pertinenza alla mia vita. Da questo punto di vista l'intervista che ha rilasciato a Tracce nel 2012 è fantastica.

La tentazione di lasciarsi trascinare dallo sconforto è grande: perché proprio lui, una persona così in gamba, che avrebbe fatto cose meravigliose nella sua vita, che stava animando la vita di così tante persone e studenti anche attraverso i suoi bellissimi cori? Allo stesso tempo è proprio la testimonianza di John che mi “risveglia”. John era una persona con la quale nessun dialogo era banale, e ogni parola lasciava trapelare una profondità di esperienza invidiabile. La decisione che caratterizzava la sua fede e la concretezza con cui l’ha vissuta mi spingono a desiderare la stessa radicalità e semplicità, seguendo Gesù senza indugi.

Alessandra Gerolin