L'incontro con il Nunzio apostolico a Caracas.

«Quel primerear che guida la mia vita»

A Caracas monsignor Aldo Giordano, nunzio apostolico, ci ha riproposto quell'«essenziale» di cui parla il Papa nella "Evangelii Gaudium". Parlando di una certezza: «A Londra, poi a Mosca, e ora qui, Qualcuno mi precede e aspetta dovunque venga mandato»

Davanti ad una platea gremita monsignor Aldo Giordano, nunzio apostolico in Venezuela, ha tenuto un incontro pubblico alla facoltà di Teologia dell’Università Cattolica di Caracas. Molti erano gli amici provenienti da ambienti diversi: movimenti ecclesiali, parrochie e ordini religiosi.
Il filo conduttore è stato quell’«essenziale» che papa Francesco ci ha proposto nell’Evangelii Gaudium. Dopo alcuni canti e immagini tratte dal video dell’ultimo appuntamento del Santo Padre con i movimenti ecclesiali, in occasione della Veglia di Pentecoste dello scorso anno, monsignor Giordano ha ricordato come l’ultima esortazione apostolica offra un aiuto per affrontare le difficoltà attuali, sottolineando che «è necessario porre i problemi nella loro giusta dimensione, perché quando occupano tutto l’orizzonte non è possibile affrontarli in maniera adeguata. Si perde la prospettiva, finiscono per determinarci e abbagliano il nostro sguardo».

Se prendiamo una certa distanza, e lo guardiamo entro un orizzonte più ampio, il problema si vede per quello che è e il nostro sguardo si allarga. «Abbiamo bisogno di persone che siano capaci di mantenere questo sguardo verso l’orizzonte», ha detto il Nunzio: «Perché quello è il punto dove la terra incontra il cielo. L’orizzonte che porta luce e novità è quello aperto da Gesù Cristo».

Papa Francesco ha creato il neologismo primerear (letteralmente: primeggiare, essere il primo, ndt) per dire che Dio ci precede nell’amore, indicando alla Chiesa la via che deve seguire. Il motto che figura sullo stemma episcopale di Giordano è: Praecedit vos in Galileam (il Risorto vi precede in Galilea), espressione del Vangelo che lo ha accompagnato per tutta la vita, soprattutto nei suoi viaggi.

Grazie al Papa ha vissuto più intensamente la sua missione apostolica, riconoscendo come Cristo lo abbia preceduto e aspettato a Mosca, a Londra, a Dakar, a Brasilia e, ora, in Venezuela. «Oggi fra voi, una volta di più, ho incontrato il Risorto che mi aspettava e mi dice: “Non temere”».

Riferendosi ai quattro criteri per indirizzare il modo di vivere le circostanze, che Francesco propone nell'Evangelii Gaudium - il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea e il tutto è superiore alla parte - il Nunzio ha evidenziato l'importanza di «allargare lo sguardo per riconoscere un bene maggiore che porterà del bene a tutti», a lavorare nel piccolo guardando l’orizzonte, perché il paradiso compie l’attesa di vero, di buono e di bello che appartiene al cuore dell’uomo.

È stata una gioia incontrare un uomo di fede, disposto a seguire quello che il Papa ci sta proponendo, dimostrando una grande paternità e stima verso i movimenti, e per ciascuno di noi, personalmente.

Come Giordano stesso ci ha detto, vale la pena favorire incontri di comunione simili a questo, perché sono come «una perla nascosta da trovare». Questo gesto pone in evidenza il servizio che, come movimento, siamo chiamati a offrire alla Chiesa e al mondo. La comunione si raggiunge solo partendo da un Altro che la genera, dalla Sua presenza che ci precede e ci mostra il metodo per viverla e far sì che sorga nella nostra società.
Abbiamo bisogno, come ha osservato il Nunzio, di persone che vivano con questa tensione verso l’orizzonte, persone che facciano il percorso che può far crescere un adulto, un uomo maturo nella fede, capace di essere protagonista del mondo in quanto protagonista del proprio io di fronte al mistero.

Ci ritroviamo contenti, con un giudizio più chiaro, ma proprio per questo più bisognosi della Sua Grazia, di fare un cammino più serio e profondo di personalizzazione della fede come fa il Santo Padre, disposti a uscire e seguire uomini che con tutta la loro umanità testimoniano «la pertinenza della fede alle esigenze della vita», come ha fatto Giussani, e oggi Carrón.
Anche noi vogliamo farlo nella vita quotidiana, in questo specifico Paese nel quale siamo chiamati a essere Suoi testimoni.

Leonardo Marius e Valeria Léon, Caracas