Papa Francesco a Manila.

Un'umanità che si prende cura di noi

Il viaggio di papa Francesco in Sri Lanka e Filippine si è appena concluso. L'abbraccio alla gente, le sue parole. E quella sfida a lasciarsi educare dai poveri. Ecco cosa rimane in chi lo ha vissuto

Sono partita da Manila per ragioni di lavoro esattamente un giorno prima che il Papa arrivasse. Francesco è arrivato e andato, mentre io sono ancora qui, in provincia, e non tornerò a casa prima del 22 gennaio. Sono triste per non poter essere stata presente di persona e vederlo dal vivo, ma seguirlo in televisione tutte le volte che potevo non ha diminuito il valore dei suoi messaggi e delle lezioni che ha offerto a tutti noi filippini.

In qualche modo, ha toccato il centro del nostro essere con le sue omelie così semplici, eppure così potenti. Ha pianto con noi, ricordando la tragedia che ha colpito migliaia di persone durante il tifone Haiyan, l’anno scorso. Ci ha preso in un caldo abbraccio quando una ragazza gli ha chiesto come Dio può permettere che accadano cose cattive ai bambini. Ha mostrato un’umanità che abbraccia e si prende cura di noi fino in fondo.

Delle molte cose che ha detto sul fatto che dovremmo prenderci cura dei poveri, sono stata molto colpita da come ci ha chiesto di «imparare ad essere evangelizzati» da loro.

Come è possibile lasciarsi evangelizzare dai poveri? Mi sono chiesta come io possa imparare dai poveri che cosa sia il Vangelo di Gesù. Quando pensi ai poveri, ti viene in mente il loro bisogno, la loro mancanza, il loro stato di privazione. Sono io che do ai poveri, e non il contrario. Pensi ai poveri come a mendicanti da aiutare, qualcuno la cui mancanza può essere riempita dalla tua generosità.

Ma papa Francesco mi ha aperto gli occhi con questa frase così forte. I poveri possono evangelizzarti se solo tu, attraverso di loro, vedi Cristo. Non dovremmo essere anche noi mendicanti come loro davanti a Dio, bisognosi e privi di tutto ciò che è importante per vivere? Non dovremmo sentire il dolore che loro provano, con la loro totale dipendenza dalla provvidenza di Dio, anche quando viviamo vite superficiali circondati da tutti i comfort che il mondo può dare? Non sentiamo la loro solitudine, traditi dalla gente e dalla società, cercando docilmente la luce di Dio che ci illumina e asciuga le tutte nostre lacrime?

Grazie, papa Francesco, di avermi fatto di capire per che cosa sei venuto nelle Filippine: a mostrare la carità genuina e la compassione per i poveri, visto che loro portano Cristo a me, veri portatori del Vangelo nella testimonianza delle loro vite.

Non sono riuscita a vederla di persona, Santo Padre, ma mi tenga nel suo abbraccio con le sue parole d’amore. Sarà sempre nelle nostre preghiere e noi chiediamo che le sue preghiere arrivino su tutti noi, qui, nelle Filippine!
Mabuhay ka, viva, papa Francesco!

Malou, Manila