La XXXVII edizione della Macerata-Loreto.

«No, non ti sto dando tutto»

L'esame, la finale della "Champions", e l'invito di un'amica alla mostra su don Giussani. Poi, quella frase letta sul volantino che scardina tutti i piani, e la decisione di partecipare al pellegrinaggio. Perché «offrire ciò che fa comodo non mi basta»

In questi ultimi giorni, la nostra comunità di CL di Cassino ha esposto la mostra su don Giussani, "Dalla mia vita alla vostra". Il secondo giorno mi arriva un messaggio. È Chiara, un'amica con cui ho frequentato Gs e il Clu negli ultimi anni, che mi dice: «Quando puoi, in questi giorni, ti ritagli un momento per accompagnarmi alla mostra?». Io ancora non avevo pensato a quando sarei andato perché avevo un mucchio di cose da fare, ma davanti a questo messaggio imprevisto ho risposto senza esitazioni: «Andiamo oggi stesso».

Andiamo alla mostra. Tante cose mi colpiscono, ma una in particolare: il volantino d'invito con la frase: «Nella semplicità del mio cuore lietamente Ti ho dato tutto». Quel «lietamente Ti ho dato tutto» mi ha spiazzato completamente. Ho iniziato a rivedere le cose che facevo interrogandomi con questa domanda: «Sto dando tutto?». E così mi è tornato in mente il pellegrinaggio Macerata-Loreto, al quale avevo deciso automaticamente di non andare perché volevo "essere tranquillo". In effetti avevo un esame la settimana seguente, non volevo perdere tempo e stancarmi, non avevo voglia di fare fatica, non avevo particolari grazie da chiedere. E poi sabato sera dopo dodici anni avrei rivisto la Juve in finale di Champions e, per di più, la settimana precedente ero stato proprio a Loreto, in macchina. Avevo fatto la mia visita devota alla Casa, con tanto di Confessione e messa. Stavo a posto? Ero stato un buon cristiano, un buon devoto al santuario di Loreto, e per di più mi accingevo all'esame da bravo studente. Ma qualcosa non mi tornava e avevo sempre in mente quella frase: «Nella semplicità del mio cuore lietamente Ti ho dato tutto». No, non Ti sto dando tutto. Ti sto dando ciò che fa comodo a me, perché io ho fede in Te, ma in fondo non abbastanza. Non abbastanza da farmi dare a Te tutto quel che avevo. E pensare che in quel momento mi chiedevi una giornata, una partita di calcio (che tra l'altro abbiamo perso) e un po' di cammino. Come Pietro che davanti alla Croce scappa, ne ha paura. Ripensando alla mostra vista, alla faccia di Giussani felice dopo che aveva dato tutta la sua vita, mi sono detto: «Questa fede o vale in ogni circostanza, o non vale. Gesù o è risorto per dare l'ultima parola sulla vita o è una filosofia, un'etica, una possibilità fra le tante». Allora ho preso coraggio e ho deciso: vado!

Quella sera mando un messaggio per dare la mia conferma, non ci sono più posti. Mi dico: «Peccato, io ci ho provato, ma evidentemente a Qualcuno fa più piacere che io veda la partita. In effetti c'ero stato domenica a Loreto, sarà per l'anno prossimo». Arrivato al giovedì, quella frase di don Giussani continuava a perseguitarmi, mettendo in evidenza la mia falsità in questa circostanza. Non potevo appagarmi così. Allora mando un altro messaggio all'organizzatore del pellegrinaggio e gli chiedo: «Fammi sapere se si libera un posto anche all'ultimo minuto, che vengo». La sera inizio a pregare contro i miei interessi, mi dico: «Signore, mandami a Loreto perché io voglio rinunciare a tutto per dare questo briciolo della mia vita a Te». Il venerdì sera, giorno prima della partenza, mi arriva un messaggio. Si è liberato il posto per il pellegrinaggio. Vado.

Inizio a raccogliere le intenzioni di alcuni miei amici e a scriverle. Arrivo al pellegrinaggio con la letizia dell'aver scelto di voler donare tutto, anche se quello che ho donato è stato solo una misera frazione del tutto che potrei. Me ne sono reso conto guardando la testimonianza del sacerdote iracheno, padre Douglas Bazi, trasmessa prima della partenza. Cammino con questa grande preghiera nel cuore: «Signore Dio, nella semplicità del mio cuore lietamente Ti ho dato tutto. E ho visto il Tuo popolo, con grandissima gioia, riconoscere l'esistenza come offerta a Te. Signore Dio, salva questa disposizione del nostro cuore».

Luca, Cassino