Vietare o proporre?

Halloween, Ognissanti, il Consiglio d'istituto. Quando non ci si ferma al lamento, si può accettare la sfida e vivere in modo più vero. Allora si fa festa e si risveglia nei genitori la voglia di educare

Rileggevo pochi istanti fa sulla vostra pagina Facebook: «Non ha fatto un richiamo. Ha proposto la fede. Questo cambia» (leggi la "Storia" di Tracce, n.8/2015) Così sono saltato avanti di qualche ora, per raggiungere in parrocchia la festa dei Santi, festa che mi è stata "rubata" dal parroco l'anno scorso dopo tante edizioni fatte con una cerchia ristretta di amici. Allora, in un lampo, «la mente torna» a come è nato tutto. Anni passati a denigrare Halloween, la festa delle "zucche vuote". Ma questo non bastava, non poteva bastare ai figli che crescevano e, ancora di più, non poteva bastare a me.

Volevo combattere una festa con un vuoto. Provate voi a convincere un bambino (e un adulto) che non fare nulla è meglio che andare ad una festa! La mia domanda allora fu: «Ma davvero noi non abbiamo nulla da festeggiare? Ma se non c'è nulla da festeggiare perché ci lamentiamo che ci hanno rubato la festa?». Ecco la scoperta della festa di Tutti i Santi! Come non festeggiare tutti i santi che ci hanno preceduto nel Paradiso, non fanno altro che intercedere per noi e ci illuminano la strada? E allora facciamo festa, nella semplicità propria del cristianesimo. Un filo di addobbi per l'albero come aureola e tutti sono pronti a calarsi nella parte: la propria chiamata alla santità. Perché solo una proposta concreta può vincere una proposta vuota di significato.

La mente fa un altro balzo a lunedì sera. Ho invitato un po' di genitori perché c'è da preparare la lista per le elezioni del Consiglio d'istituto. Siedo in quel congresso da ormai 15 anni, ne avrei ancora per 12 volendo. Per tanto tempo queste riunioni sono state deserte. Oggi, lo spettro di nome "gender" attira le folle. Dunque, la speranza è che ci sia un po' di partecipazione. Ma io non voglio parlare di "gender". Non mi interessa innalzare un baluardo attorno alla scuola. Non mi va di rinchiudermi. Quando ho scritto l'invito mi sono fatto aiutare da papa Francesco che ci dice: «Il compito dei cristiani è iniziare processi più che occupare spazi». Nel Consiglio d'istituto, chiunque venga eletto, non può portare solo dei "no". Serve una proposta. Che inizi un processo.

Così, a due ore dalla festa dei Santi in parrocchia, non posso che ringraziare Halloween, perché mi ha dato l'opportunità di riscoprire la mia festa. Alla vigilia delle ennesime elezioni del Consiglio d'istituto che mi vedranno in campo non posso che ringraziare il "gender", che ha risvegliato in tanti genitori il compito educativo che per troppo tempo era tacitamente delegato.

Grazie a Dio ci sono queste provocazioni, come i bambini chiassosi della lettera che citavo all'inizio. Perché, se non ci si ferma al lamento, si scopre che sono positive per noi. Dice San Paolo: "Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo?». Forse Halloween, il gender? «Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati». Se davvero lo crediamo cosa possiamo fare di meno che testimoniarLo?

Stefano, Lugo (Ravenna)