L'Università dell'Avana, Cuba.

L'esame e una vita più piena

Non aveva studiato e voleva copiare. Ma davanti al professore conosciuto agli Esercizi, ha cambiato idea. E un test di Programmazione è diventato l'occasione per «rivivere l’impatto di quell’incontro»

Ho avuto l’opportunità e la grazia, ancora una volta, di partecipare agli Esercizi spirituali di CL, che si sono tenuti, per la terza volta a Cuba, a giugno. Lì ho potuto conversare a lungo con un ragazzo che da pochissimo ha cominciato a fare Scuola di comunità nella città di Matanzas. Questo ragazzo è molto incuriosito dal modo che abbiamo di affrontare la realtà, perché si vede sfidato a giudicare la sua situazione personale secondo il metodo nuovo che sta cominciando a imparare.

Le nostre conversazioni terminavano sempre parlando dell’educazione, poiché molti dei problemi della società cubana hanno la loro origine, secondo l’opinione mia e del mio giovane amico, in un "deficit" di educazione. Io sono professore universitario e ho il privilegio di essere in contatto diretto con i giovani. Siamo in periodo di esami, e pochi giorni fa mi è capitato di essere presente in un’aula, come assistente di un altro professore, per un esame di Programmazione. Con mia sorpresa, ho trovato lì l’amico di cui vi ho parlato. È stato qualche minuto in aula e poi ha iniziato l’esame. Uscendo mi ha passato un biglietto con queste parole:

Sono venuto all’esame con l’intenzione di copiare dal mio cellulare le risposte di teoria e di sfruttare gli esercizi pratici che avevo già risolto e copiato, dato che avevo assistito solamente a una lezione del professore e non avevo studiato praticamente niente. Avevo la possibilità di copiare, ma ho deciso di non farlo, perché mi sono ricordato delle parole che mi hai detto agli Esercizi, che in quel momento avevo ascoltato con attenzione ma non avevo capito fino in fondo né meditato poi. Nel momento dell’esame tutto ha acquistato significato: voglio far fruttare il mio talento o essere uno qualunque nella massa? Sto sviluppando la mia creatività per arrivare alla conoscenza vera, che si raggiunge attraverso la fatica giorno dopo giorno? Quanto lontano potrò andare come futuro professionale con questo atteggiamento? E la domanda più importante: Dov’è veramente l’incontro con questo Avvenimento che è Gesù Cristo, che ti fa andare controcorrente in questo tempo in cui ogni genere di truffa sembra la quotidianità? Così ho scelto di non prendere la via più facile e ho affrontato l’esame nelle condizioni in cui ero, non per moralismo, ma perché questa occasione è stata un momento per rivivere l’impatto dell’incontro con Colui che rende la vita molto più piena di significato, e per recuperare gli obiettivi che mi ero posto affrontando gli studi universitari. Voglio prepararmi bene al prossimo esame, voglio prendere il voto migliore, e ti chiedo, se puoi, di aiutarmi a ripassare, ti ringrazio fin da ora. Ho imparato la lezione, tutto non è mai stato così chiaro.

Grande è stato lo stupore al vedere questo ragazzo, venuto deciso a copiare un esame portandosi le risposte sul cellulare, che decide di non farlo per il ricordo di una presenza. Una presenza vissuta agli Esercizi Spirituali, e la cui memoria è quella stessa Presenza, visibile e tangibile in un’aula universitaria.

Poco tempo dopo, questo amico è tornato a dare l’esame, e io ero in attesa del risultato di tutta la sua fatica. La settimana dopo il secondo esame ci siamo visti alla Scuola di comunità. Mi ha salutato con un forte abbraccio e mi ha detto: «Adesso sì». Ha avuto un voto altissimo. Ma la cosa veramente importante è stata l’esperienza nata dal suo giudizio, e la moralità nata dal riconoscimento di una Presenza che può avvenire anche in un’aula dando un esame.

Orlenys, Cuba