I ragazzi della compagnia teatrale "Lo sguardo" in collegamento Skype con il Brasile.

Con "Lo sguardo" su Edimár

Un anno fa, una mamma e tre ragazze mettevano su una compagnia teatrale per studenti di tutte le età: dalle elementari alle medie. Alla loro seconda esperienza, hanno portato sul palco la storia di un ragazzino brasiliano ucciso nel '94...

Ad Abbiategrasso, un anno fa, è nata la compagnia teatrale "Lo sguardo", frutto dell'amicizia di Giulia, una mamma a cui piace impegnarsi con la regia, e alcune studentesse, Sofia, Vera e Teresa, che hanno espresso l'esigenza di comunicare la loro esperienza con il teatro. Alla proposta hanno aderito una trentina di ragazzi e ragazze di elementari, medie e superiori.

Dopo la prima rappresentazione teatrale, Narnia, quest'anno la compagnia ha voluto cimentarsi con la storia di Edimár, menino de rua brasiliano ucciso nel 1994 a colpi di pistola a Brasilia, ricordato anche da don Giussani in Riconoscere Cristo. Hanno proposto la sua storia in modo originale, confrontando quello che il ragazzo ha vissuto con ciò che i giovani vivono oggi e le musiche che li affascinano.

Ne è uscita una messa in scena che ha testimoniato quanto Edimár sia vivo oggi, quanto tocchi il cuore dei giovani in questo tempo di crisi, segno che, quando qualcosa è vero, permane dentro il tempo e trova una sua modalità per comunicarsi. La compagnia ha rappresentato la storia di Edimár a Mazzin di Fassa durante le vacanze della comunità dell'Abbiatense, poi a Zelo Surrigone, in occasione della festa patronale. È stato commovente vedere i ragazzi recitare la loro parte, comunicandone l'origine che, senza l'incontro del ragazzo brasiliano con Gesù, non avrebbe senso, sarebbe qualcosa di stonato.

Ciò che Giulia e la compagnia "Lo sguardo" hanno realizzato è affascinante perché l'armonia della rappresentazione è data dall'avvenimento accaduto ad Edimár, che vive, lo stesso, attraverso di loro.

Dopo le due rappresentazioni, alla compagnia è venuta l'idea di incontrare Sêmea, l'insegnante del movimento che Edimár aveva conosciuto a scuola e che gli aveva cambiato la vita al punto di smettere di eseguire gli ordini del capo della sua ex banda criminale, motivo per cui era stato ucciso. Quello che sembrava un sogno è avvenuto e, grazie alla disponibilità di Sêmea e di Emanuela, ragazza italiana che è con lei in Brasile, si è potuto organizzare un collegamento Skype: domenica 2 ottobre i giovani attori si sono ritrovati e hanno potuto conoscere l'insegnante di Edimár, raccontarle quello che ognuno aveva rappresentato e fare a lei le domande che erano nate partecipando al lavoro teatrale.

È stata un'ora di grande intensità. Da una parte i ragazzi pieni di domande, tanto che non si riusciva a fermarli, segno che il gesto fatto aveva colto nel segno, dall'altra i volti lieti di Sêmea e di Emanuela che, si capiva, stavano mettendo in gioco se stesse. Sêmea ha risposto a tutte le domande, testimoniando che ciò che è accaduto ad Edimár ha cambiato anche la sua vita in modo drammatico, coinvolgendo la sua umanità e le ferite che vengono da questa storia. La sua è stata la testimonianza della forza della vita che, facendole incontrare quel ragazzo, l'ha resa madre e le ha donato un figlio che oggi sostiene con la sua presenza e la sua passione educativa. Questo incontro via Skype è stato un bellissimo dono che ha permesso ai giovani attori della compagnia "Lo sguardo" di capire di più ciò che avevano imparato per lo spettacolo: entrare dentro il mistero che lo ha reso possibile e che è ancora tutto da scoprire.

Gianni, Abbiategrasso (Milano)