La comunità di Rio de Janeiro.

«Siete contenti? Siete amici?»

Nel 1984 don Giuliano Renzi e Filippo Santoro sbarcavano in Brasile. Sono tornati, a Copacabana, a dire messa per ringraziare della storia nata allora. Tre giorni di festa, non per rivivere il passato ma per ribadire una Presenza
Isabella Alberto

È a Copacabana che CL inizia a essere presente nello Stato di Rio de Janeiro, nel 1984. All’epoca, due giovani sacerdoti italiani, Filippo Santoro di Bari e Giuliano Renzi di Rimini, avevano accettato l’invito di don Giussani ad attraversare l’oceano per servire la Chiesa locale.

Trent’anni dopo, il 17 ottobre, nella chiesa di Nostra Signora di Copacabana - lo stesso luogo in cui furono ospitati da monsignor Abílio Diniz -, questi due sacerdoti (oggi Filippo è vescovo) celebrano una messa di ringraziamento per la loro storia. Alla cerimonia è presente anche il vescovo Joseph Romer, che insieme al cardinale Eugenio Salles aveva chiesto, all’epoca, che CL fosse presente nella città. Don Carrón, ha inviato un messaggio: «Qual è la ragione per festeggiare il vostro anniversario, se non la gratitudine perché il Signore, in questi trent’anni, non vi ha abbandonato? È la cosa essenziale, su cui papa Francesco ci invita a mantenere costantemente fisso lo sguardo; solo il ricordo riconoscente della fedeltà di Cristo alla nostra vita sostiene il nostro sì quotidiano al rinnovamento della Sua chiamata nelle diverse circostanze della vita».

I festeggiamenti durano tre giorni, con il titolo: “Rio Incontri: una vita in movimento”. Carlos Augusto, uno degli organizzatori insieme a Rosangela, Walter e Adriana, dichiara: «Non vogliamo, con “Rio Incontri”, rivivere il passato o ricordare con affetto cose che non esistono più; al contrario, vogliamo esprimere questa Presenza che ci ha incontrato e che oggi incide in un modi diversi, ma sempre intensi, nelle nostre vite». Alla Messa del venerdì segue una festa; le foto ricordano i diversi momenti della vita della comunità, vacanze, gite, matrimoni, presentazioni culturali. Poi si levano i canti insegnati da Giuliano e Filippo all’inizio di CL: Pim pam, Mattone su mattone, Viva la companì. La gente canta e balla. Molti portano i loro figli o i nipoti, altri i genitori, e molti invitano nuovi amici. Una festa per tutte le generazioni.

Sabato, le attività si svolgono presso la Pontificia Università Cattolica (PUC-Rio). Al mattino, la professoressa Márcia Valéria Rosa, docente di storia dell’arte presso l’Uni-Rio, ha presentato la mostra “Il bene di tutti: gli affreschi del Buon Governo nel Palazzo Pubblico di Siena”. In una sala con circa 80 persone vengono proiettate le immagini della Sala dei Nove e la professoressa spiega ogni immagine della mostra presentata al Meeting di Rimini del 2010 da Mariella Carlotti. Gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti introducono il tema della politica, poi discusso dal sociologo José Roberto Cosmo e da Santoro. Proprio in queste aule, monsignor Santoro ha insegnato per molti anni. In Brasile nel 1996 è stato ordinato e ha assunto la carica di Vescovo ausiliare di Rio de Janeiro; in seguito è divenuto Vescovo diocesano di Petropolis; ora è Arcivescovo di Taranto. Subito dopo la pausa pranzo, viene proiettato Vite straordinarie, un documentario sulla vita di don Giussani. A seguire, un concerto di omaggio al poeta e compositore brasiliano Vinicius de Moraes. L’iniziativa è stata offerta dai musicisti Ricardo Tuttmann, tenore, e Clayton Vetromilla, violinista.

Sabato sera, arrivano in tanti per partecipare alla Giornata di Inizio d’Anno: Marco Montrasi, responsabile nazionale di CL, presenta il filmato dell’incontro tenuto a settembre da Julián Carrón in Italia, “Non sono quando non ci sei”. L’evento è trasmesso in diretta in diciotto città del Brasile. Dopo la Giornata torna la musica: in uno spettacolo-intervista, la giornalista Elisabeth Sucupira dialoga con Stella Caymmi, nipote del compositore Dorival Caymmi, uno dei più importanti compositori di canzoni popolari brasiliane in occasione del centenario della sua nascita. Stella risponde alle domande sulla vita del nonno e, accompagnata dal musicista Mark Feitosa, canta alcuni successi.

Per concludere Marta e Rosangela, insieme con una band di musicisti, cantano alcuni successi di rock nazionale e di samba in voga negli anni Novanta. Siamo a Rio: nessuno è riuscito a stare fermo. Ritirate in fretta le sedie, ci si ritrova in una grande sala da ballo.

Domenica c’è un bel sole. A Copacabana si celebra la Messa di chiusura, seguita da una testimonianza di don Giuliano e di monsignor Filippo. Ricordano don Giussani, i primi incontri, l’inizio di tutto in una scuola pubblica del quartiere. Alcuni dei giovani alunni di quel tempo sono presenti. C’è chi è rimasto fedele per questi trent’anni e chi si è allontanato, ma è stato invitato a incontrare di nuovo questi amici. Padre Giuliano ricorda che Giussani faceva sempre loro due domande: «Siete contenti? Siete amici?». Santoro: «Questa amicizia si è estesa ai sacerdoti del Brasile e dell’America Latina, e ha generato molti figli». Erano arrivati senza un progetto, e nel tempo il Signore ha costruito la sua opera. Si canta Sou feliz Senhor, la canzone che ha segnato l’inizio del loro soggiorno qui. Contenti perché il Signore cammina con loro. E questo è sufficiente.