Un concerto a Bergamoincontra.

Cinque giorni, tra Bellezza e focaccia

La città lombarda ha ospitato un evento fatto di incontri, mostre e concerti. Dalla musica di Roby Facchinetti alla testimonianza di padre Scalfi. Tutto a partire dalla domanda di Dostoevskij: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni...»
Carlo Dignola

Cinque giorni, dal 19 al 23 settembre, immersi in quello che una cronista ha chiamato «un piccolo Meeting bergamasco», per chiedersi con Fëdor Dostoevskij se davvero «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?». Sembra che la domanda sia posta al mondo agnostico, distratto, lontano ormai dalla morale cristiana e, quindi, da noi. Invece ha sfidato proprio chi un gesto del genere lo ha messo in piedi.
Tante le iniziative messe in campo: dall'incontro con il cantante dei Pooh, Roby Facchinetti, alla mostra sulla nascita degli Ospedali a Bergamo. Dall'abbraccio "affollatissimo" con la famiglia di Giulia Gabrieli, ragazzina morta di cancro a 14 anni che ha cambiato un pezzo di città attorno a sé, all'incontro su "giovani e lavoro" con Giorgio Vittadini e Stefano Paleari, rettore dell'Università di Bergamo. Quaranta relatori e tante persone, soprattutto nel weekend, che si sono fermate ad ascoltarli. Un momento di apertura nel cuore della città. Di incontri appunto, non una convention a tema.

Lo ha fatto capire bene domenica sera padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, un uomo che sulla soglia dei novant'anni «ci insegna cos'è la giovinezza», come ha detto Michele Campiotti, responsabile di Cl a Bergamo. Il cristianesimo, ha spiegato Scalfi, non è una dottrina discesa dal cielo per raddrizzare le cose che non vanno nell'uomo, non è uno sforzo morale richiesto a chi vi aderisce ma «una Bellezza che trasfigura il mondo» come dicevano i Padri della Chiesa: «Le idee creano gli idoli, è lo stupore che ci fa capire», che accende nell'uomo quella luce di verità «che ci fa amare da noi stessi e dalla gente». Di fronte alla «disgregazione della persona» che diventa «disgregazione del Paese» (Scalfi non sta parlando della Russia di ieri) l'uomo occidentale, l'uomo europeo di oggi - l'uomo che siamo prima di tutto noi - «non ha bisogno di tante prove scientifiche e neppure di prediche: ha bisogno di una presenza» assieme alla quale «vivere il gusto di tutte le cose». Dal mangiar bene al mettersi, a sessant'anni, a vendere caramelle ai bambini vestito da vecchio cinese, o i biglietti della lotteria per sostenere una settimana come questa. Certo, «bisogna essere attenti», dice ancora Scalfi, cioè uomini in tensione; seguire ciò che accade e non la propria agenda: «Io ho fatto tanti progetti per Russia Cristiana», confessa il fondatore con un sorriso bonario che la dice lunga: «Pochi si sono realizzati: il Signore ha avuto più fantasia».

Lo ha detto a Bergamoincontra anche Padre Pizzaballa, il francescano Custode di Terra Santa: «La fede deve diventare esperienza, perché quando non lo è rischia sempre di sconfinare nell'ideologia e nell'intolleranza».
Essere certi di una presenza significa invece iniziare a gustare tutto, anche il cantante dei Pooh che sa toccare i sentimenti con quattro note o la focaccia di Recco servita su un tavolo di plastica. Accorgersi che c'è un punto in tutti quelli che si incontrano in una piazza di oggi dove i conti non tornano, un cuore che quando sente il profumo delle libertà e vede qualcosa di bello che vive, resta toccato.
La frase di Dostoevskij mette in discussione la fede dei cristiani prima che l'ateismo pratico dei più. Come ha sottolineato, concludendo con una messa la kermesse, il vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi, intervenuto due volte nel segno e nei modi dell'amicizia, oltre che della paternità che gli è affidata: «Gli uomini non concepiscono un Dio così» e i primi a non capirlo sono «i suoi familiari, i suoi discepoli». Lo scetticismo non è qualcosa di minaccioso che aleggia fuori di noi ma è il nostro stesso modo di vivere, spesso, anche la vita cristiana: «Ed è un'incomprensione che non attraversa soltanto la mente». Chiudere Bergamoincontra significa significa allora chiudere una settimana «rappresentativa di una grazia ancor più che di un impegno».