Abbiategrasso, campanile di San Bernardino.

Cinquant'anni di una presenza

Venerdì 8 novembre monsignor Franco Carnevali, vicario episcopale, ha incontrato la realtà di Cl della Bassa milanese. Canti, testimonianze, e il racconto del prelato. L'occasione per riscoprire tutta la bellezza di una comunità cristiana
Gianni Mereghetti

Venerdì 8 novembre, nella chiesa di San Bernardino, il vicario episcopale monsignor Franco Carnevali ha incontrato la realtà di Comunione e Liberazione di Abbiategrasso e dintorni. Ha introdotto Andrea Franchi, che ha raccontato la storia della presenza di Cl nella cittadina della Bassa, iniziata cinquant'anni fa dall'incontro di alcuni giovani con un sacerdote dell'oratorio di San Gaetano.

Alcuni canti della tradizione del movimento, come Povera voce e la Canzone degli occhi e del cuore, e alcune testimonianze, si sono susseguiti in una alternanza coinvolgente, perché immersi dentro la fisicità del vivere. Come nel racconto che Marta ha fatto del suo incontro con Gesù, o in quello che Chiara e Marco hanno detto della vita in famiglia, e del loro rapporto con un figlio malato come apertura di sé al Mistero; ancora nella storia di Enrica, che nella caritativa a Portofranco ha imparato a riconoscere la sovrabbondanza di vita da cui è stata travolta, fino a rendere sempre più appassionante l'insegnamento.

Monsignor Carnevali, dopo aver ascoltato con grande attenzione i canti e le testimonianze, è intervenuto a valorizzare quello che ha sentito e da cui è stato particolarmente colpito. E il primo modo per farlo è stato raccontare di sé, parlare di come lui ha risposto alla chiamata di Dio dentro la sua esperienza sacerdotale. È stata, quella del Vescovo, la testimonianza di un coinvolgimento immediato con le con le storie di vita che aveva ascoltato. La comunione cristiana è il luogo dove parlare di sé, è questo che ha mostrato, a segno di una commozione che lo ha preso e toccato profondamente.

«Siamo in una realtà in cui diventa sempre più importante annunciare il Vangelo», ha proseguito il Vicario Episcopale: «Incontriamo il Signore nelle persone che hanno passione per la vita. È attraverso un contagio, una amicizia, che l'uomo di oggi incontra Gesù». Poi si è soffermato sul brano evangelico di Maria di Magdala, che Andrea aveva letto alla fine della sua introduzione. «Maria di Magdala è andata al sepolcro senza molta speranza, per un gesto di pietà, ma senza smettere di cercare. E così ha trovato, perché Gesù non smette mai di venirci a trovare». Per questo bisogna aiutare le persone a cercare!

L'incontro con il Signore cambia la vita e ci rende capaci di vivere in maniera nuova. Non sono annullati i problemi e le sofferenze, ma con Lui si diventa capaci di affrontarli. In questo orizzonte che mette a tema la vita e il suo senso non sono le parole che aiutano, ma la testimonianza, la concretezza del proprio esserci.

Monsignor Carnevali ha concluso il suo intervento chiamando tutti a vivere l'appartenenza alla Chiesa per renderla più viva, a mettersi in rapporto con tutte le presenze di cui è fatta la vita concreta della Chiesa dentro il territorio e nelle parrocchie. È l'appartenenza a qualcosa di più grande che rende il proprio impegno particolare un contributo all'opera che Dio fa per il bene di ogni uomo.

Un gesto di comunione a cui ha partecipato anche monsignor Paolo Masperi, parroco della Comunità Pastorale San Carlo Borromeo di Abbiategrasso. Un incontro segnato dalla certezza che Dio opera dentro la vita concreta di ogni persona, e il cambiamento che opera in uno o una vale per tutti: è il fascino della Chiesa, e in questo incontro lo si è visto. In modo convincente.