Nicola nel video "La strada bella"

«Ho inventato una storia per tirarti fuori dal niente»

È uno dei volti che compare nel filmato per i 60 anni del movimento. Siamo andati a scoprire chi è Nicola, tecnico delle caldaie a Rimini. E di come l'incontro con CL gli ha cambiato la vita: «Volevo vedere quello che vedevano loro»
Alessandra Stoppa

Nicola ha preso la vita un po' alla rovescia. «Da piccolo stavo con i più grandi e da grande ho iniziato a fare il ragazzino». Era sicuro di avere tutto, ma quando è nata sua figlia ha realizzato che non aveva niente. Rovesciato. Essere felice era spendere mille euro di vestiti in una botta o fare vacanze di livello, «che poi non me le godevo, perché in fondo ero sempre incazzato». Gli amici lo avevano soprannominato "il drastico". Lui, per non pensare, si buttava un po' via.

Nicola è il tecnico riminese che nel video citofona carico di attrezzi: «Buongiorno! Per la caldaia!». La sua è una storia di date e colpi di scena. Dice: «L'amore nella mia vita non c'era». Oggi è arrivato a pensare che Dio non poteva scegliere uno migliore per annunciarsi, uno che va di casa in casa a pulire le caldaie. «Mentre lavoro, alla gente racconto come la mia vita è cambiata. Qualcuno resta sorpreso: "Da te non me l’aspettavo…". Più spesso: "A te è accaduto, a me no". Ma è lì la vicenda! È da quello che è successo ad un altro che puoi chiedere per te».

Per esempio, a lui che una cara amica di sua moglie Elisa, all'improvviso, avesse annunciato di entrare in clausura, non lo sconvolgeva più di tanto. Pensava: dai, è una scelta di vita. La liquidava in fretta. «Invece mia moglie soffriva molto. Tanto che è andata a parlare con un prete, perché questo fatto di Valentina le toglieva il respiro». Il prete le dice una cosa sola: «Puoi vivere come moglie e madre quello che ha scelto lei. Fai il percorso che l'ha portata là». Elisa, per questo, inizia ad andare a Scuola di comunità, ogni sabato. «Ma come sei messa?», è la reazione di lui.

Nicola ed Elisa sono una di quelle coppie che stanno insieme "da sempre". Da vent'anni e ne hanno 36. «Quando ha cominciato questo cammino, le dicevo di stare con me, di non andare... Poi io ero proprio un anti-ciellino. Per i pregiudizi che mi ero fatto». Tre anni prima, era nata Anna. «Dovevo portare avanti la mia figura di padre e non ce la facevo. Ero solo fastidioso. Sapevo che non poteva continuare così, ma non chiedevo nulla».

All’improvviso (di nuovo) il suo socio gli dice: «Mollo tutto, trovati un altro». «Io mi sono molto spaventato. Mi ero sempre sentito protetto dal rapporto con lui. A quel punto, non vedevo più un orizzonte e sono diventato ancora più bestia». Il 31 dicembre 2012, un suo caro amico ha un grave incidente. «Lì sono caduto a terra. Non mi è nemmeno venuto da dire: se ci sei, dove sei? Non pensavo a Dio, non pensavo a niente. Sono solo caduto in ginocchio».

Arriva il giorno della vestizione di Valentina, nella Trappa di Valserena: 2 febbraio 2012. «C’era qualcosa che mi incatenava, che non mi faceva andare. Elisa sarebbe andata anche da sola. Ma, all'ultimo, sono partito anch’io». Due giorni strani, «così come vivono loro», per intenderci, insieme ai parenti di Valentina e incontrando alcune monache, tra cui la Maestra delle novizie, suor Mariagrazia. «Ci siamo presentati, ma appena il tempo di un saluto». Eppure, prima di ripartire, la madre di Valentina dice a Nicola: «Suor Mariagrazia è rimasta molto colpita da te». «Mi ha sconvolto. Colpita da me? Ma cos'ha visto? Non avevo detto niente. Non avevo fatto niente. In quel momento, Dio mi ha guardato con gli occhi di una monaca e mi ha guarito». Dieci giorni dopo, va a Scuola di comunità e da quel giorno ha iniziato il cammino del movimento. La cosa è ancora più bella vista da lui: «Da quando avevo 13 anni, c’era un airbag tra me e la realtà. Il 14 febbraio 2013 l’airbag è scoppiato».

A quel primo incontro, ascolta e capisce solo una cosa: «Volevo vedere quello che vedevano loro». Torna bambino, fa un anno «al settimo cielo», contento di essere stanco la sera: «Ero stanco perché lavoravo. Prima mi stancavo perché non amavo il lavoro». Dopo Anna, «bella tosta», non voleva più figli e invece cerca il secondo, Francesco (nato il 22 febbraio). Ma quando l'entusiasmo inizia a calare, gli viene paura: e se tutto questo è come un’auto o un orologio nuovi? Lo dice agli amici: «Mi sto sgasando...». Ma si ricorda la risposta: «Da adesso inizia il bello». Lo ha compreso solo mesi dopo, quando anche se incerto è andato alle vacanze del movimento in montagna. «La macchina si è pure fermata per strada. Io volevo tornare indietro, ma ho cambiato idea perché sono rimasto sbalordito da come questa compagnia ci ha aiutati. Una persona è rimasta con me in officina dieci ore… Lì ho capito: avevo vissuto di rendita. Invece non si può smettere di obbedire alla strada che Giussani ci ha trasmesso».

Si ricorda il momento preciso in cui ha scelto di mettersi a seguire. In quella vacanza, durante la messa di fronte al Monte Bianco, mentre il prete faceva l'omelia. Ha ancora la registrazione: «Ci sono momenti come questo che vorremmo durassero per l'eternità. Quella cima è lì, da decine di migliaia di anni fino a stasera, per te. Ma mentre ti raggiunge questa bellezza, ti raggiunge anche una tristezza immediata. Perché questa bellezza non sai trattenerla nelle tue mani e ti fa venire in mente tutto. Tutte le cose che hai sospese, che non hai compiuto, le persone che non hai amato, quelle che hai tradito, che ti hanno tradito, il bene che vorresti aver dato e non hai dato. Tutte le cose che ti bruciano, tutte le cose che ti fanno ancora soffrire. Ma c'è Uno che dice: "Vieni a Me. Voglio che ti ristori con Me. In tutto, ci sono Io che non mi rassegno a lasciarti vivere mediocremente. Ti sto cercando giorno e notte, da un pezzo sto facendo questo lavoro su di te. E ti ho inventato una storia. Per tirarti fuori dal tuo niente"».