Roberto Snaidero

«Quando smetto di lavorare, voglio andare laggiù»

Il video dei 60 anni di CL visto da Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo. Da una presenza «istituzionale» al Meeting alla scuola di falegnami a Buenos Aires. «E quei sorrisi li ho rivisti nel filmato»
Paola Bergamini

Il video dei 60 anni l'ha visto in due round. Il primo domenica sera a casa, al ritorno da un viaggio. «E poi me lo sono voluto portare in ufficio per continuare la visione». Parole di Roberto Snaidero, 66 anni, guida di FederlegnoArredo dal 2011. «È un periodo intenso di lavoro, di viaggi, ma ci tenevo. Ci sono delle immagini bellissime. Ho detto al dottor De Ponti (direttore generale della Federlegno, ndr), che mi ha regalato la copia di Tracce con allegato il video, di dire a don Carrón che quando smetto di fare il presidente voglio andare dove lo hanno ripreso, camminare in mezzo a quei boschi. Certo che è un video impegnativo!».

In che senso impegnativo?
Desta un'emozione. Mi sono emozionato a vedere questo filmato, nel vedere la forza di questo movimento sparso per il mondo. La stessa emozione che mi ha suscitato la prima volta che sono stato al Meeting nel 2011. C'ero andato più che altro per rispettare l'impegno che il mio predecessore aveva preso nei confronti della manifestazione. La mia doveva essere una presenza istituzionale. E invece vedere le facce di quei giovani, ma anche delle famiglie che passavano nei padiglioni della Fiera, mi ha talmente colpito da coinvolgermi, anche se non sono di CL. Al punto di ritornare ogni anno al Meeting, allestire uno stand più ampio, organizzare incontri. Una possibilità da non perdere, insomma. Comunque, era per dire, che quei sorrisi, quelle facce le ho riviste nel video. Ho avuto la stessa impressione.

Cioè?
Un'amicizia. La Strada Bella è un percorso che mette insieme tante persone l'una diversa dall'altra, con vite differenti. Si vede cosa è CL, ma mi viene da dire, "al di là" di CL: seguire un ideale. Ognuno di loro mostra cosa accade quando si segue questo ideale. Penso alla testimonianza di Frank Simmons di New York, come la sua vita è cambiata. Mi vengono in mente realtà che io in prima persona ho visto: la scuola di falegnami a Buenos Aires, a cui abbiamo dato un aiuto concreto. E mi viene una domanda: perché lo fanno? Soprattutto: perché persone di estrazione sociale e anche di religione completamente diverse, ad esempio il professor Wael Farouq, credono nel messaggio di don Giussani?

Lei parlava di amicizia...
Certamente. Eppure, io ho tanti amici sparsi per il mondo, ma non traspare in loro quello che ho visto di persona nei rapporti e nel video. C'è uno spessore di amicizia che cambia la vita. Questo ho intravisto.

Ed è una cosa che la attrae?
Sì, mi piace, mi interessa. Tutti loro esprimono qualcosa di importante da seguire. Qualcosa che hanno incontrato. Qualcosa in cui credere. La sensazione di poter dare qualcosa a chi ha bisogno non solo in termini materiali, ma anche di pensiero, condividere una strada: dare un significato alla propria vita.