Roma, la presentazione del Meeting 2015.

«Un cuore integro è un cuore infranto»

Qual è la natura della speranza? Si gioca in questa domanda la sfida della libertà. Per i cristiani perseguitati come per gli imprenditori. A discuterne, padre Pierbattista Pizzaballa e Bernhard Scholz, per l'incontro di presentazione del Meeting 2015
Alessandra Buzzetti

Gesù o Barabba? Morire sulla croce per dare una speranza definitiva al cuore dell’uomo o combattere per una speranza e una liberazione apparentemente più facili, immediate, ragionevoli, giuste e scontate? Tutta qui, anche oggi, la sfida della libertà per gli uomini che camminano nella storia. Per i cristiani che lottano per la sopravvivenza in Medioriente come per gli imprenditori, grandi e piccoli, che fronteggiano la crisi economica, come per i giovani determinati a costruirsi un futuro.

A riproporre con forza l’attualità della domanda di Pilato al popolo d’Israele è padre Pierbattista Pizzaballa, testimone d’eccezione dell’incontro di apertura del Meeting di Rimini della scorsa estate e protagonista, ieri a Roma, dell’incontro “Il potere della speranza”, dedicato alla prossima edizione. Accanto al Custode di Terra Santa, Bernhard Scholz, presidente della Compagnia della Opere, ed Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli.

La provocazione di padre Pizzaballa nasce, anche questa volta, dalla sua esperienza di cristiano e francescano, chiamato a condividere e a custodire il cammino tormentato della sempre più esigua comunità cristiana mediorientale: «Cosa può vincere la paura, come si fa a sperare davanti al cambiamento epocale in atto in Medioriente, una terra di conflitto, segnata sempre più dalla violenza, dalla frustrazione, dall’abbandono e dal disorientamento?». La risposta arriva dai tanti piccoli cirenei senza nome che abitano le macerie di Aleppo o i villaggi siriani occupati dai nuovi giustizieri islamisti. Cirenei che hanno il volto dei mille giovani cristiani che quest’estate, ad Aleppo, hanno sfidato cecchini e combattimenti pur di radunarsi insieme, per una giornata di preghiera e di condivisione. O dei contadini di Knayeh, enclave cristiana nel nord della Siria, controllata da Al Qaeda, che ogni giorno rischiano la vita perché usano, per celebrare l’Eucarestia, il vino, proibito dal nuovo tribunale islamico, e perché non hanno distrutto ma solo nascosto i simboli cristiani. «Nessuno di questi poveri contadini ha studiato teologia», racconta padre Pizzaballa: «Ma sanno bene chi sono e cosa devono fare. Spaventati ma sereni, sono determinati a stare lì. Non negano il male, ma non ne sono travolti, perché sono certi della presenza di Gesù. Sono dispersi in tutta la Siria, ma non hanno cessato di esistere. Il loro cuore continua a battere».

Padre Pizzaballa attinge dalla letteratura ebraica hassidica per parafrasare i versi del poeta Mario Luzi, “Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?”, il tema del Meeting 2015. «Un cuore integro è un cuore infranto», batte quando è mancante, assetato, mai sazio, dice Pizzaballa: «Per un cristiano, aver incontrato Chi colma la mancanza significa avere un cuore ancora più assetato».

Da qui nasce la lotta vera per rendere il mondo migliore, più abitabile, più giusto, più bello. Da qui nascono aperture e legami, come racconta Scholz in una breve panoramica di fatti ed incontri quest’estate nella Fiera di Rimini, con imprenditori ed economisti disponibili a mettere a tema le ragioni più profonde della crisi globale che stiamo vivendo: una crisi culturale ed antropologica, prima che economica. Il metodo per attraversarla, non da spettatori, ma da protagonisti, e per creare sviluppo e non solo crescita economica dipende dalla sincerità con cui rispondere a una semplice domanda: quale è la natura della speranza? Ovvero, tradotto in termini evangelici, scegliere tra la strada facile e reattiva, il “ritorno immediato” di Barabba, e quella della speranza contro ogni speranza, capace di dare senza ritorni e che ha indicato Gesù sulla croce.