Grazie che hai bussato

«Perché un uomo lascia le bellezze del''Italia per venire in un posto così?». È la domanda che salvato la vita a Igor, davanti al primo prete del movimento arrivato nel 1994 a Karaganda. Da allora, un rosario di vite cambiate

A metà ottobre la comunità di CL kazaka ha festeggiato i suoi vent'anni con una messa e un incontro pubblico nella Cattedrale di Karaganda. Poi, due giorni di convivenza a Karkaralinsk, sulle rive di un lago. Era il 1994 quando il vescovo di Karaganda, monsignor Jan Pawel, chiese a Giovanni Paolo II di mandargli un prete. E fu così che don Edoardo Canetta arrivò nella steppa euroasiatica. A ruota, poco tempo dopo, lo seguirono altri cinque sacerdoti. Iniziarono insieme a servire la Chiesa, insegnando nelle scuole e nelle università e aiutando la Caritas locale. Da lì una serie di incontri. «Vi sembra di leggere una pagina di Vangelo? No, era vent'anni fa», dice Sashone, il primissimo a seguire la neonata comunità. Qui di seguito: storie, testimonianze e lettere di amici che raccontano di un'avventura sospesa tra Italia e Kazakistan.

KAZAKISTAN/1. Il messaggio di don Julián Carrón per i 20 anni di presenza di CL

KAZAKISTAN/2. Lettere e testimonianze sui 20 anni della comunità

KAZAKISTAN/3. La lettera di monsignor Adelio Dell'Oro, dal 2013 vescovo di Atyrau

KAZAKISTAN/4. La lettera di Assiet dal Convegno interreligioso tenutosi lo scorso novembre a Roma

KAZAKISTAN/5. Enrico e la freschezza arrivata nel cuore
La storia di Enrico, varesino, 63 anni e tecnico dell'Eni per i pozzi petroliferi tra mar Caspio e Kazakistan. E proprio tra un giacimento e l'altro si è imbattuto nella comunità di CL Kazaka

KAZAKISTAN/6. Silvia e quel bisogno spaventosamente grande
Silvia Galbiati è arrivata in Kazakistan nel 2002 per raggiungere l'amica Lucia Beltrami. Oggi è direttrice del Centro giovanile Alfa & Omega, dove si svolgono numerose attività gestite dal Masp, l’Avsi locale