Papa Francesco durante l'udienza del 7 marzo.

Un fatto che continua: «Ha diluito il mio ateismo»

Il discorso del 7 marzo ha viaggiato lontano. Come Dimitri, di Brasilia, che invia le parole del Papa ai suoi colleghi. Tra loro c'è Antonio, marxista convinto, che dopo aver ricevuto il messaggio risponde: «Non riesco più a non pensare a Cristo»
Anna Leonardi

A Brasilia, la "Spianata dei ministeri" si allunga per chilometri davanti al Palacio do Planalto, sede della Presidenza della Repubblica. Da più di un anno, Dimitri e Antonio la percorrono ogni mattina per raggiungere il ministero del Lavoro. Tutti e due, nel 2014, hanno vinto il concorso per funzionari e si sono trovati a lavorare nella stessa squadra. «Siamo entrambi di Salvador de Bahia e in quei mesi di formazione abbiamo fatto un po’ la stessa vita e le stesse fatiche», racconta Dimitri.

Hanno anche discusso molto, in questi mesi: politica ed economia, le loro passioni, si sono spesso trasformate in terreno di scontro. Antonio, marxista, in passato ha collaborato con il Pdt di Lula, a Salvador. Si definisce ateo, «un ex-evangelico inossidabile». Dimitri non gli ha mai nascosto di essere di CL, ma questo non è stato un muro tra loro. Anzi. Che fossero due battute in ascensore o interminabili dissertazioni a pranzo, Dimitri era sempre colpito dalla sincerità con cui Antonio le affrontava.

Poi arriva l’8 marzo, il giorno dopo l’Udienza con il Papa. «Ho deciso di spedire al gruppo dei colleghi su Whatsapp il discorso di papa Francesco», racconta Dimitri: «Se una cosa è così buona per me, come posso non condividerla?». La risposta di Antonio è arrivata dopo poco: «Caro Dimitri, non so come, ma il Papa ha diluito il mio ateismo».

Dimitri lo ha cercato. «Avevo capito che davanti ai suoi occhi si era aperta una breccia, e volevo guardarci dentro». Ma Antonio, a cui non erano mai mancate parole e lingua, questa volta non ce la faceva a buttarla in dialettica: «Lasciami il tempo di capire, appena riesco ti spiego». Giorni dopo, Dimitri ha ricevuto una lettera di Antonio: «Quello del Papa è un umanesimo sincero, dove però non c’è più spazio per il fastidioso trionfalismo egocentrico. Il Papa, per salvare la nostra civiltà, ci offre la cosa più importante del cristianesimo, che è la possibilità di redenzione».

Dimitri è rimasto impressionato. «Finito il lavoro, l’ho aspettato per chiedergli dove vedeva questa possibilità realizzabile». Le parole di Antonio lo hanno spiazzato. «Dimitri, questo Papa mi ha colpito molto. Anche se siamo miseri, senza virtù, fortuna, ci è sempre data la possibilità di cambiare. Comincio a credere che tutto sia una questione di fede. Il mio ateismo si è riempito, non riesco più a non pensare a Cristo, continuo a chiedermi che ne è di Lui nelle nostre giornate». L’amico lo ha fissato in volto: «E in quel momento ho capito che il dialogo tra noi è diventato qualcosa di nuovo».