Adriano Dell'Asta.

«La bellezza? È fatta per tutti»

"Identità, alterità, universalità" è il titolo del prossimo convegno che si terrà tra Milano e Mosca. Un dialogo che guarda all'altro «come a una risorsa» e che coinvolge tutta la vita. Tra gli ospiti, Tat'jana Kasatkina e il cardinale Angelo Scola
Giovanni Ferrari

Un tentativo di dialogo. Questo si propone il nuovo convegno internazionale voluto dalla Fondazione Russia Cristiana, insieme al Centro culturale Biblioteca dello Spirito di Mosca, che ha per tema: “Identità, alterità, universalità”. Si terrà dal 5 all’8 ottobre a Milano, e dall’8 all’11 novembre a Mosca. In queste due città sono nati alcuni rapporti, consolidati in questi anni grazie alla volontà di «riscoprire l’altro come risorsa e valore che completa l’io». Anche se tutto questo non è affatto scontato.

A ricordarcelo è lo stesso Adriano Dell’Asta, direttore dell’Istituto italiano di Cultura a Mosca, e amico di lunga data di Russia Cristiana: «C’è una difficoltà tremenda nel coniugare l’identità con l’universalità», spiega, «è difficilissimo concepire un’unità che non sia una negazione delle differenze»: «Soprattutto in questo momento in cui ci troviamo in bilico tra una globalizzazione nella quale si rischia di perdere qualsiasi identità ed una rivendicazione di identità forti che non riescono a dialogare tra loro». Ma quindi, da dove partire per costruire un terreno fertile su cui potersi incontrare?

Gli ospiti che sono chiamati a discuterne sono numerosi. A Milano parleranno, tra gli altri, la filologa russa Tat’jana Kasatkina, Aleksandr Filonenko, filosofo dell’Università di Char'kov in Ucraina, e l'arcivescovo cattolico di Mosca, Paolo Pezzi. A trasferirsi in Russia, invece, saranno Marta Cartabia, giudice della Corte costituzionale, Paul Jacob Bhatti, consigliere del Primo ministro pakistano per gli Affari delle minoranze, e il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano.

Il tentativo di risposta di Dell’Asta è chiaro: «Secondo una certa tradizione - e nella storia della cultura russa questo è evidente - si fa riferimento alla pienezza dell’unità in armonia con le libertà delle parti che compongono l’intero». È proprio la ricerca di questa unità che ha posto le basi di tale ciclo di conferenze, organizzato già da molti anni da Russia Cristiana e che quest’anno accoglierà studiosi russi nel centro ambrosiano.

Facendo tesoro dei passi fatti in questo lungo percorso, Dell’Asta ci confessa di aver capito «una cosa molto semplice, seppur decisiva: laddove si è definiti da un’identità precisa - che non creiamo noi, ma che riceviamo - siamo capaci di incontrare l’altro». In caso contrario, invece, «laddove si rinuncia all’identità, non c’è un reale incontro e nessuno ha niente da testimoniare di sé».

La sfida principale di queste conferenze è, quindi, quella di mostrare che un certo modo di vivere l’unità vale per tutto. «Non c’è un tipo di unità che vivi nello studio, un tipo di unità che vivi nel lavoro, un tipo di unità che vivi nella famiglia, e così via. Non c’è un’unità buona per i giorni feriali e un’altra per i giorni di festa. L’unità è una». E, vissuti in questo modo, anche i temi di cui si parlerà (libertà religiosa, arte sacra, responsabilità pubblica) non appaiono più slegati tra loro, ma diventano «elementi che costituiscono la vita dell’uomo nella sua quotidianità, quindi determinanti per la pienezza».

Un dialogo non basato su posizioni ideologiche, ma su esperienze che si vogliono portare con sé, dalle testimonianze ad alcune “strane presenze” come un gruppo spagnolo che, a Mosca, suonerà canzoni della propria tradizione: «Possiamo dire che il cristianesimo si diffonda “per invidia”. Se vedi una cosa bella, ti viene voglia di conoscerla, di farla tua e, soprattutto, di trasmetterla al mondo. La bellezza che incontriamo dobbiamo farla conoscere a tutti». È fatta per tutti.

Per maggiori informazioni: Fondazione Russia Cristiana.