La Madonnina, sulla Cattedrale.

Un popolo riscopre la sua casa

Dopo i lavori di riallestimento, oggi apre il Nuovo Grande Museo del Duomo di Milano. In duemila metri quadrati, pezzi unici di arte medievale e rinascimentale. Per guardare «la cà de Milan» con occhi sempre nuovi
Anna Colombo

La «gran macchina del Duomo», «l’ottava meraviglia»: così, attraverso le impressioni di Renzo, Manzoni definisce la cattedrale di Milano. Da secoli essa si innalza al centro del capoluogo lombardo, ne costituisce il cuore pulsante e operoso. Eppure, quanti sono i milanesi che, passando sempre di corsa sotto le guglie, si fermano almeno un istante a contemplarne la bellezza? E quanti, se anche vi gettano uno sguardo distratto, se ne lasciano colpire?

Il Duomo è diventato una presenza scontata, come le cose che ormai crediamo di conoscere perché familiari. Abbiamo bisogno di pulire le nostre finestre, direbbe Tolkien, per tornare a vedere con chiarezza ciò che è offuscato dal grigiore della banalità, più ancora che dalla patina nerastra del tempo. L’apertura del Nuovo Grande Museo del Duomo di Milano è un’occasione per riscoprire la cattedrale e, con essa, le radici più profonde della città. Non a caso è stato scelto il 4 novembre come giorno di inaugurazione: è infatti la festa di san Carlo Borromeo, il più grande vescovo di Milano insieme a sant’Ambrogio.

Il museo del Duomo venne inaugurato nel 1953, ma l’idea di valorizzare tutto il materiale legato alla lunga storia della Veneranda Fabbrica, instituita nel 1387, risale già alla fine dell’Ottocento. Chiuso nel 2005 per ristrutturazione, il museo ha subito negli ultimi anni un radicale intervento di riallestimento, che ha portato alla creazione di duemila metri quadrati di spazio espositivo all’interno di Palazzo Reale. Qui sarà possibile seguire la storia della cattedrale e dell’intera città attraverso i suoi capolavori: pezzi unici di arte medievale e rinascimentale provenienti dal Tesoro del Duomo, un’ampia collezione di sculture e vetrate, bozzetti preparatori della Madonnina, modelli lignei che testimoniano la lunga vicenda della facciata.

Il progetto ha previsto anche il riallestimento del preziosissimo archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo, depositario dell’intero racconto della costruzione della cattedrale. Verrà digitalizzato nei prossimi anni per mettere a disposizione di tutti il ricchissimo patrimonio documentario, che comprende fonti addirittura precedenti alla costruzione del Duomo attuale: la pergamena più antica, infatti, è del 1145 e proviene dalla Basilica di Santa Tecla, che fungeva da “cattedrale estiva” durante il Medioevo. La vita di secoli racchiusa in innumerevoli carte, disegni e immagini, senza dimenticare le partiture della Cappella Musicale, attiva ininterrottamente dal 1402.

Nella storia della Veneranda Fabbrica, è Milano stessa che si comunica. Una città che, costruendo la cattedrale, edificava se stessa e la propria identità. «El noster Domm l'è la cà de Milan» diceva lo scrittore milanese Emilio de Marchi, e del resto la parola “duomo” deriva dal latino “domus”, cioè “casa”. Casa di Dio, e perciò casa del popolo.