Studio per una crocifissione.

I tratti del Suo volto

Il ritratto la ossessione dagli anni Novanta. Volti irriconoscibili, dal '94 si precisano. Fino a dipingere quello di Cristo: «Ha la bocca e gli occhi aperti, è vivo». In mostra dal 12 aprile al Rosetum, venticinque opere dell'artista Letizia Fornasieri
Paola Valentina Tenani

Una mostra sul Volto di Cristo che ha origini inaspettate. Sono gli anni Novanta quando Letizia Fornasieri inizia a dipingere personaggi politici fotografati sui quotidiani di fronte ad una selva di microfoni; figure che non volevano essere dei ritratti riconoscibili, ma dei personaggi quasi un po’ anonimi. Ma nel luglio del ’94 qualcosa cambia. «Quando ho iniziato a dipingere Yitzhak Rabin», spiega la pittrice, «ho sentito l'esigenza che fosse riconoscibile, volevo che guardandolo la gente capisse che era l'uomo che aveva firmato con Arafat gli accordi di Oslo e quando venne ucciso il 4 novembre del ’94 per me fu un duro colpo e decisi di non finire il suo ritratto». Da quell’esperienza Letizia ha iniziato a dipingere solo volti di persone vere, reali.

«Si dà per scontato che un artista possa dipingere un’infinità di volti, ma per quanto l’immaginazione sia vasta la realtà lo è ancora di più. Ogni persona ha le proprie caratteristiche che io non potrò mai immaginare in modo esauriente ed è così che ho iniziato a ritrarre le persone che più amavo: mia mamma, mia sorella, sino ad arrivare al volto di Gesù. Mi colpisce il fatto che io sia arrivata a disegnare il volto di Gesù attraverso il lavoro che stavo facendo proprio sul ritratto di un uomo ebreo».

Dapprima è lo studio del volto di Gesù Crocifisso nelle opere dei grandi artisti del passato: Donatello, Michelangelo, Antonello da Messina, Rubens e Grunewald sino ad arrivare al “suo” Gesù. «Mi sono accorta che in tutte le opere a cui mi ispiravo modificavo sempre qualcosa. Il mio Gesù ha la bocca e gli occhi aperti, è una Persona viva in mezzo a noi, è il Cristo risorto, non più quello Crocifisso, che ho spesso guardato, rappresentato nella storia dell'arte. Poi sono andata oltre. Ricordo quando, studiando un bassorilievo di Donatello, ho sentito l'esigenza di introdurre la mano di una presenza che poi si è mostrata come l’Angelo che fa compagnia a Gesù nell’ora dell’agonia».

L'incontro con Gesù per Letizia Fornasieri è un avvenimento pittorico da cui traspare tutta la sua esperienza umana ed è così che nascono le grandi opere su carta in cui è lei tra le braccia del Cristo mentre Lui le canta una canzone. Unica figura femminile presente in questa mostra è una Maddalena dai capelli neri e ricci che mentre cerca Gesù nel buio della notte, accanto al sepolcro, si sente chiamare per nome in un modo ricolmo di affetto e stupita si volta riconoscendo in quella voce il Cristo morto in Croce per lei (e per tutti noi).

La mostra, che verrà inaugurata il 12 aprile alla Galleria Velasquez del Centro Culturale Rosetum di Milano propone 25 opere con tecnica mista (acrilico, pastelli a olio e grafite) su carta. «Dio si è fatto Uomo», sottolinea fra Marco Finco, direttore artistico del Centro Francescano Culturale Artistico Rosetum «ed è proprio nel mostrare l'umanità di Cristo che rifulge la straordinaria sensibilità e capacità di Letizia Fornasieri. Ed è l’uomo Cristo quello che offre in questa mostra una straordinaria possibilità di Amore per chi la lasci scorrere davanti ai propri occhi e al proprio cuore. Come Zaccheo o i pagani che durante le feste pasquali volevano vedere il Volto di Gesù, anche nell’uomo contemporaneo è vivo questo desiderio ma, come suggerisce San Girolamo, non si può davvero contemplare il Suo volto se non partendo dalle Sacre Scritture».