Una delle figure di "Cosmographia" di La Rocca.

L’arte risvegliata dalla natura

Andrea Diamantini e Lorenzo La Rocca caratterizzano con i loro lavori la primavera milanese. Dagli squarci di cielo del primo alle figure danzanti del secondo. Due giovani giovani artisti, accomunati da un'impronta completamente diversa
Francesco Toniutti

Nella sua mostra intitolata Snapshots, esposta allo Spazio Lumera, Andrea Diamantini illustra alcuni frammenti di natura, nei quali la pittura risulta protagonista assoluta. Boschi innevati e squarci di cielo vengono trattenuti a forza all’interno della tela, con un susseguirsi di gesti quasi da arte informale che si combinano con pennellate più controllate, diventando così visioni che trascendono la natura stessa.

È il contrasto che si produce nell’immagine ad interessare l’artista. Ed è sempre il contrasto a condurre l'osservatore a considerare come la natura stessa possa contenere elementi apparentemente contraddittori, che però, nell'insieme, ne escono ricomposti. Così Diamantini sospinge in avanti la sua pittura, in un equilibrio tra visione interiore e visione esteriore. Un aspetto suggestivo consiste nel fatto che l’opera, sia essa una nuvola incendiata o un bosco pieno di neve, ci rimanda ad alcuni elementi di cieli antichi, come se dalle tele sbucassero fuori, non voluti, particolari della pittura veneta o di William Turner.

Torna dunque alla mente la frase di Matisse: «Il mio lavoro consiste nell'imbevermi delle cose. E dopo, tutto questo rifluisce fuori. Io sono fatto di tutto ciò che ho visto».


Alla Fondazione Rivoli2 Lorenzo La Rocca presenta Cosmographia, una mostra che sviluppa l’archetipica figura del labirinto. A differenza di tanti altri artisti, nei quali a prevalere è l'elemento emozionale, nel lavoro di La Rocca quello che emerge è il controllo e la padronanza di un ampio bagaglio figurativo. In questa esposizione il complesso di rimandi simbolici e tematici restituisce un’idea enciclopedica di arte: l’uomo, attraverso la danza, metafora del percorso umano, si libera per ritrovarsi nei molteplici nessi dell’umana esperienza.

Una varietà di tecniche espressive indica i percorsi della nostra esistenza (rielaborazioni fotografiche, una grande stampa su tappeto, un gigantesco “provino” fotografico con la ripresa dall’alto del danzatore nel labirinto). Così nelle raffinate "combinazioni" grafiche, rigorosamente in bianco e nero, viene resa attuale la mitologia antica, si riprende l'eterno desiderio di vita dell’uomo (ad esempio nel mistero della maternità e al suo al poetico corrispettivo lunare). Osservando queste ambiziose immagini, piene di rimandi e citazioni che affiorano in superficie, la complessità dei significati non allontana, ma incuriosisce e spinge lo spettatore a svelare gli enigmi.


Snapshots
Spazio Lumera, via Abbondio Sangiorgio 6, 20145 Milano
Da giovedì 19 marzo a sabato 4 aprile
Orari mostra: martedì-venerdì 16.00-19.00; sabato 10.30-12.30 e 16.00-19.00

Cosmographia
Fondazione Rivolidue, via Rivoli 2, 20121 Milano
Da mercoledì 11 marzo a sabato 11 aprile
Orari mostra: martedì-venerdì 16.00-19.00; sabato 15.30-19.30