La VI edizione di "Tra Sacro e Sacro Monte".

Al Sacro Monte, per ritornare in Paradiso

A 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, la Fondazione Paolo VI ha deciso di dedicargli il suo festival annuale di teatro, giunto alla sesta edizione. Con la "Commedia" a dettare il programma delle quattro serate, tra il 7 e il 23 luglio
Francesca Capitelli

Nei suoi lunghi anni da esule, Dante ha attraversato mezzo Nord Italia, raggiungendo la Romagna, Forlì, passando per Padova e Verona, per giungere a Ravenna dove passa l’ultimo periodo della sua vita. Fino ad ora, però, non era ancora arrivato a Varese, anzi più precisamente al Sacro Monte di Varese, l’antico borgo mariano. Nella Terrazza del Mosè, l’anfiteatro in cima alla via sacra del santuario, da sei anni la Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte organizza un festival teatrale, Tra Sacro e Sacro Monte, che quest’anno, nel 750esimo anniversario della nascita del Sommo Poeta, sarà dedicato interamente alla Commedia.

Piera degli Esposti, Lucilla Giagnoni, Franco Branciaroli, Sandro Lombardi e David Riondino gli interpreti dell’edizione di quest’anno che si alterneranno in quattro serate, dal 7 al 23 luglio, per trasportare gli spettatori dall’Inferno al Paradiso, dalla cronaca giornalistica del Novecento all’America, con l’appuntamento di martedì 14 presso il museo Pogliaghi.

L’interpretazione originale dei testi danteschi, «una lettura lineare, senza troppe chiose», sarà «l’occasione per la Chiesa di tornare a parlare del suo messaggio, cioè di Dio», dice monsignor Emilio Villa, arciprete del santuario di Santa Maria al Monte, perché «troppo spesso ci si perde nei particolari senza tener conto di tutto l’affresco». Mentre quello che è riuscito a fare Dante nella sua opera è stato di cogliere i personaggi della sua epoca, e di quelle precedenti, nei particolari più vividi della loro vita per restituirci tutto lo spettro dell’esperienza umana.

Dante, potremmo dire, era uno che “leggeva i giornali”, che “divorava” i testi della grande epica, ma non disdegnava certo i “gossip” della sua epoca, come la tragica storia d’amore tra Paolo e Francesca. E proprio su questo gioca lo spettacolo messo in scena dal giovane drammaturgo Fabrizio Sinisi, che in Inferno Novecento accosta le figure più suggestive della prima cantica alle icone del secolo breve: da Lady Diana a Giulio Andreotti, da Andy Warhol a Pier Paolo Pasolini. Mentre ad accompagnarci attraverso i tre regni ci pensa Piera degli Esposti, l’attrice che Eduardo De Filippo definì «questa è o’verbo nuovo», che presterà la voce ai tre custodi: Minosse, che amministra l’Inferno, Catone nel Purgatorio e san Bernardo, che raccoglie Dante al termine del suo viaggio per introdurlo alla visione di Dio in Paradiso.

Per informazioni: www.trasacroesacromonte.it