"Bosco 1988" di William Congdon.

Cronologia poetica della pianura

Un periodo pittorico singolare quello scelto per l'ultima mostra sull'artista americano. Un percorso alternativo racchiuso nella cornice di Casa Testori, in cui l'immagine del campo, maturata alla Bassa milanese, porta a compimento la sua opera
Maria Luisa Minelli

«Vede, il fatto è che questa non è la solita mostra su Congdon». A parlare è Francesco Gesti, tesi di laurea in Estetica sul pittore, catalogatore delle sue opere e dei suoi taccuini, curatore, insieme a Davide Dall’Ombra, in collaborazione con la Fondazione Congdon, della mostra “Pianura”, a Casa Testori (Novate Milanese) fino al 14 febbraio. La domanda, del resto, era legittima, visto che negli ultimi anni non sono mancati appuntamenti espositivi incentrati su una singola opera, sulle Venezie, o sui Crocifissi. E allora perché l’ennesima mostra? E perché proprio nella casa dello scrittore lombardo?

«Abbiamo provato a dare un taglio un po’ diverso dal solito», spiega Gesti: «Innanzitutto scegliendo solo opere - molte delle quali inedite - appartenenti agli ultimi vent’anni della sua produzione».

Un periodo pittorico singolare: fino ad allora Congdon aveva girato il mondo, così «il soggetto delle opere era sempre diverso, mentre la tecnica rimaneva la stessa». Poi, gli anni a sud di Milano, trascorsi alla Cascinazza, il monastero benedettino nella località di Gudo Gambaredo. «Qui avviene proprio il contrario: il soggetto è sempre lo stesso: la campagna di Gudo dipinta tutti i giorni, per anni e anni… Eppure piano piano qualcosa nel modo di rappresentarlo cambia».

Ed ecco la seconda peculiarità della mostra: «Non volevamo creare un percorso antologico, abbiamo provato a smontare la cronologia in senso stretto e rimontare una “cronologia poetica”, per vedere come l’immagine del campo si sviluppa, matura e si apre in questi ultimi anni».

La scommessa è che questa fase sia stata capace di riassumere e portare a compimento il percorso dell’artista, che proprio alla fine della sua vita sembra tornare a dialogare con il linguaggio della sua formazione, quello della Scuola di New York. Il segno tormentato, le campiture, i ritmi e i bagliori… «Ma non si tratta di un pittore che dopo un lungo periodo di isolamento torna a quello che in America avevano già fatto anni prima», spiega Gesti: «La differenza sta in questo: pittori come Jackson Pollock e Mark Rothko non guardavano un oggetto. Cercavano l’immagine del tragico, del sublime, della grandezza in se stessi». Congdon no, ha sempre gli occhi sul paesaggio. Ed è questa la sua grandezza: «Fissa lo sguardo dove apparentemente non c’è niente. In vent’anni questo posto diventa il luogo più rivelativo del mondo, assume i tratti di un volto, diventa icona, si fa luce». È proprio la conoscenza sempre più approfondita di questo soggetto a dettare nuove parole e linguaggi alla sua pittura.

Il cambiamento è ben percepibile nel percorso della mostra che attraversa gli spazi di Casa Testori. Quasi fossero stanze di una canzone, la cucina, la camera da letto, la sala dello scrittore di Novate Milanese dialogano in armonia con le grandi opere del pittore “lombardo per adozione”. «Testori amava Congdon, era naturale che prima o poi sarebbe venuto a “fargli visita”», spiega Gesti. Prima l’entusiasta recensione della mostra di Ferrara del 1981, poi l’incontro nel Comasco. Un’amicizia e un’ammirazione fiorite negli ultimi anni di vita, coronate dal saggio dedicato all’artista: Orefice del nostro tempo.

«Ho conosciuto Congdon per la prima volta a una mostra del 1997», racconta Gesti: «Molti dei dipinti erano campi. Mi aveva davvero sorpreso e commosso vedere i luoghi dove io vivevo dipinti in quel modo. Avevo il desiderio di tornare a casa per rivederla con quegli occhi lì», “trasfigurati”, per usare le parole di Congdon. «Credo che Testori avesse intuito la grandezza di questo pittore: un uomo che viene da oltre l’oceano per mostrare a noi lombardi quello che ci circonda e che spesso non vediamo. Per restituircelo in tutta la sua potenza».

William Congdon, Pianura
Casa Testori - L.go Angelo Testori 13, Novate Milanese
Fino al 14 febbraio 2016
Dal martedì al venerdì 10-18, il sabato e la domenica 14-20. Chiuso il lunedì
Biglietto d'ingresso: € 5


Informazioni: info@casatestori.it | www.casatestori.it
tel. + 39 02.36589697