Caravaggio, Flagellazione di Cristo, Museo di Capodimonte.

L'agnello mansueto di Caravaggio

Uno dei grandi capolavori del Merisi, la "Flagellazione di Cristo" del Museo di Capodimonte di Napoli, sarà esposto nel capoluogo brianzolo fino al 17 aprile per l'iniziativa del Cittadino. Un'occasione da non perdere durante il periodo di Pasqua

Sarà a Villa Reale di Monza fino al 17 aprile la straordinaria Flagellazione di Cristo di Caravaggio (1607-1610), proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli grazie all’iniziativa del Consorzio di Villa Reale e del Cittadino di Monza e Brianza. Una tela imponente, quasi tre metri di altezza, che raffigura uno dei momenti più drammatici della vita di Cristo e che sarà visibile proprio durante il periodo pasquale.

L’anno scorso era arrivato da Palazzo Barberini a Roma il Francesco in meditazione del 1605, una delle più recenti attribuzioni al genio del Seicento. La Flagellazione, invece, è una delle immagini più note del catalogo del Merisi e appartiene a uno dei suoi periodi più felici e intensi.

Il soggiorno nella città partenopea, infatti, corrisponde a una nuova breve ma travolgente primavera per Caravaggio, che si cala subito nel clima vitale della città e lo trasferisce dentro alcuni capolavori in cui sembra ancora respirare la felicità degli inizi. Napoli è una città prorompente, grande, in quegli anni, tre volte Roma. Ed è anche ricca: Caravaggio incassa somme per le commissioni che non aveva mai visto nella capitale. Per i domenicani dipinge proprio la Flagellazione e la straordinaria Madonna del Rosario (oggi a Vienna). Per il Pio Monte della Misericordia invece realizza un grande quadro con le Sette opere di misericordia, che sembra davvero ambientato nei vicoli napoletani, con quell’incrociarsi convulso di popolo, che sbuca imprevisto da ogni angolo della tela.

Nella Flagellazione Caravaggio raffigura Cristo alla Colonna mentre viene legato mani e piedi da tre "manigoldi". Sono gli istanti precedenti alla tortura. Le figure emergono dal buio bagnate da una cascata di luce. Gesù ha la testa appoggiata alla spalla sinistra. Gli occhi chiusi. È la raffigurazione dell'agnello portato al macello, candido e mansueto. La drammaticità del momento, oltre che dal contrasto di luce, è espressa dalla tensione dei corpi.

La mostra è curata da Andrea Dusio e Sylvain Bellenger.

Reggia di Monza
Primo Piano Nobile, Salone delle Feste
da martedì a domenica: 10 – 19;
venerdì: 10 – 22;
lunedì chiuso (aperto lunedì 28 marzo)