"Alla luce del sole" di Faenza.

«Vi insegno a rompere le scatole»

Dalla prima messa nel Brancaccio alla morte nel 1993. La storia di don Pino Puglisi, ucciso a Palermo dalla mafia «perché non faceva cose da prete», è affidata alla regia di Roberto Faenza. Una narrazione asciutta, oltre ogni retorica
Luca Marcora

Gli ultimi anni di don Pino Puglisi (Zingaretti), assassinato nel 1993 dalla mafia perché «toglieva i ragazzini dalla strada e rompeva le scatole».

Uomini di Dio (2010); Cristiada (2012); La buona battaglia - Don Pietro Pappagallo (2006). Sono alcuni esempi di come il cinema in questi anni ha raccontato il martirio di uomini e donne che hanno dato la propria vita per un Dio non ridotto ad un fatto intimistico o del passato, ma reale presenza nell’oggi. La strada per la realizzazione di opere del genere non è facile: quando anche il coraggio dei produttori viene premiato e il film è pronto per le sale, non sempre la distribuzione si dimostra altrettanto coraggiosa. Così è accaduto a Cristiada, arrivato in Italia in grande ritardo solo grazie agli sforzi di una casa di distribuzione indipendente, ma che ancora attende di essere pubblicato in dvd.

Diverso è il caso di Alla luce del sole, sulla figura di don Pino Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso dalla mafia nel 1993 «perché non faceva il prete» e beatificato per martirio in odium fidei, proprio «perché faceva il prete», nel 2013. La pellicola si colloca nella tradizione del cinema italiano di impegno civile che ha sempre trovato grande favore tra i produttori e il pubblico; cinema “laico” per eccellenza, il film di Roberto Faenza è quindi solo un ritratto altrettanto laico di un sacerdote che invece, come ricorda chi l’ha conosciuto, parlava sempre «di Gesù che ha dato la sua vita per noi»?

«Signore, Tu che scrivi dritto sulle linee storte, mostrami il cammino, non lasciarmi solo, ti prego». Sono le parole di don Pino all’inizio del film, durante la sua prima messa nel quartiere Brancaccio a Palermo, di fronte alla chiesa vuota. Da qui parte il racconto della sua missione: quella chiesa e quell’oratorio saranno per tutto il film il centro da cui il sacerdote si muoverà per raggiungere di persona i giovani abbandonati nelle strade. «L’azione ministeriale di don Pino è stata quella di incarnare la fede nel territorio perché solo così poteva avvenire la promozione umana», ha ricordato il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo. In cosa consiste questa “promozione umana”? Dice il regista: «Abbiamo realizzato parallelamente al film un documentario agghiacciante nel quale si vedono ragazzi che sostengono posizioni aberranti. Un atteggiamento moralistico farebbe vedere questi ragazzi come degli scellerati, però se uno indaga più a fondo si rende conto che a questi ragazzi non è concessa alternativa: perché nessuno gli dà da mangiare, nessuno gli dà speranze di lavoro se non la criminalità organizzata».

Don Puglisi porta ai giovani una speranza nuova attraverso uno sguardo diverso, valorizzatore del singolo e delle sue capacità. Come nella prima lezione in classe, quando inizia rompendo una scatola di cartone e commentando i titoli di due quotidiani di posizioni opposte: «È proprio questo il lavoro che voglio fare con voi: abituarsi a pensare con la propria testa. Insomma: non aver paura di rompere le scatole».

Il film di Faenza non è sempre storicamente ineccepibile: alcuni personaggi sono inventati, così come la sequenza dell’omicidio è riscritta per rendere più drammatica la sua solitudine. Si fa però apprezzare per la sua essenzialità e per la sua regia asciutta che evita la retorica e la facile agiografia. È vero: il sacerdote è mostrato più per il suo impegno civile che per la sua fede. Eppure anche il regista, dichiaratamente ateo, non ha potuto non domandarsi da dove venisse questa sua diversità: «Solo un prete avrebbe potuto fare certi discorsi, parlare così alle persone perché le concepiva come fedeli». Come a dire: anche se non lo capisco, don Pino Puglisi ha potuto fare ciò che fatto solo perché sacerdote, cioè totalmente centrato in un Altro.

Alla luce del sole (IT 2005) di Roberto Faenza
con Luca Zingaretti, Alessia Goria, Corrado Fortuna, Giovanna Bozzolo, Francesco Foti, Piero Nicosia, Lollo Franco, Lorenzo Randazzo, Mario Giunta, Gabriele Castagna, Salvo Scelta
DVD San Paolo Audiovisivi