DE OLIVEIRA Un regista centenario spiega la vera identità europea

Luca Marcora

Manoel de Oliveira è il più anziano regista vivente con i suoi 100 anni compiuti lo scorso 11 dicembre: un maestro con la vitalità di un ragazzo e la saggezza di chi ha un secolo di storia sulle sue spalle. Nato a Oporto nel 1908, fece il suo esordio negli anni trenta, ma iniziò a dedicarsi con continuità al cinema solo negli anni ’60. Un cinema molto personale il suo, dal forte impianto teatrale, composto di piani fissi, dialoghi colti, sempre apertamente “messo in scena” davanti agli occhi dello spettatore. “Tutto è teatro” e il cinema è una rappresentazione della realtà, come nella mirabile trasposizione integrale di La scarpina di raso di Paul Claudel del 1985, dove palcoscenico e cinema si fondono, senza soluzione di continuità, in un’unica dimensione narrativa.
Teatrale è anche l’impostazione del recente Un film parlato (2003), dove, attraverso il viaggio via mare di madre e figlia dal Portogallo a Bombay, De Oliveira riflette sull’identità europea del post-11 settembre. Le tappe da Pompei ad Istanbul sono l’occasione per inscenare vere e proprie lezioni di storia nei luoghi che hanno visto nascere le culture mediterranee, alla ricerca di un passato forse non così conosciuto come si crede. Lezioni che, nella seconda parte del film, si infrangono al tavolo del capitano della nave, attorno al quale De Oliveira mette, di nuovo, in scena un lungo dialogo tra la madre, un'imprenditrice francese, una ex modella italiana e un'attrice greca: un conversare esemplare che ostenta divergenze e affinità tra le culture (tutti parlano nella propria lingua, comprendendosi), ma che al fondo dimostra solo la sua sterilità. Uno struggente canto greco intonato dall’attrice è per un attimo l’unico gesto in grado di unire quelle persone così diverse. Ma è solo un istante, prima dell’inatteso finale.
Rimane quella melodia, invocazione a qualcosa che sembra ormai perduto per sempre: «Ti prego, vento del Nord, soffia dolcemente sul mio piccolo Arancio. Dov'è finita la tua prima bellezza? Dov'e finito il tuo splendore antico?». Perché forse davvero solo la bellezza potrà salvare questo mondo.

Un film parlato (Portogallo, 2003)
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di Manoel de Oliveira