La locandina del film.

VAMPYR Dreyer racconta la lotta tra l'uomo e la morte

In un remoto villaggio una donna vampiro sta lentamente uccidendo le due figlie di un castellano, quando giunge il giovane Allan Gray…
Luca Marcora

Carl Theodor Dreyer è unanimemente considerato uno dei più grandi registi della storia del cinema: danese, classe 1889, è sempre stato «intento ad approfondire un discorso sull’uomo nella sua complessità spirituale e morale» (Rondolino) e ci ha lasciato film importanti come La passione di Giovanna d’Arco (1928), Dies Irae (1943), Ordet – La parola (1954) e Gertrud (1964), apprezzati e studiati in tutto il mondo. Prolifico negli anni del muto, con l’avvento del cinema sonoro i suoi film si sono fatti più rari e meditati.
Proprio all’inizio dell’era del cinema sonoro si colloca questo Vampyr, realizzato muto e postsincronizzato in 3 lingue; un film leggendario, tanto discusso quanto in realtà poco visto, se non in forme rimaneggiate o gravemente mutilate. L’etichetta italiana Sinister Film propone il restauro curato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con la Stiftung Deutsche Kinemathek, ad oggi la versione più completa di questo classico dell’orrore, la cui potenza visiva è stata spesso accostata dai critici al Nosferatu di Murnau, capolavoro espressionista del 1922.
Storia d’orrore, si è detto, quindi in apparenza anomala nella filmografia di un regista attento al realismo delle sue immagini – che per la verità aveva già osato nel 1920 un’incursione nell’ambito del fantastico con alcuni episodi di Pagine dal libro di Satana. Ispirandosi al classico gotico Carmilla (1872) dell’irlandese Sheridan Le Fanu, con Vampyr Dreyer racconta una storia di vampiri per la quale evoca una realtà impazzita, fatta di ombre slegate dai corpi, sdoppiamenti, visioni oniriche realizzate attraverso una messa in scena che non rispetta i normali canoni di un film di paura: «L’incanto del film deriva in particolare da due infrazioni alle regole del genere orrorifico: l’ambientazione in luoghi aperti e alla luce diurna, e il prevalere del bianco sul nero (la leggenda vuole, comunque, che Dreyer si adattasse a un incidente di lavorazione)» (Mereghetti). Il regista più che mostrare, evoca, attraverso una sapiente regia, una presenza terribile che trasfigura la realtà e la rende incerta in ogni immagine, come ebbe a confermare durante la realizzazione: «Immaginiamo di trovarci in una stanza qualsiasi e che ci dicano a un tratto che c’è un cadavere dietro la porta. Di colpo, la stanza ci apparirebbe completamente trasformata: tutto quello che vi si trova assumerebbe un aspetto diverso. Anche la luce e l’atmosfera cambierebbero, pur rimanendo fisicamente identici. Perché noi saremmo cambiati e gli oggetti sono quali li concepiamo».
Il cinema della maturità di Dreyer si gioca tutto in questa lotta tra l’uomo solo, con il suo inestinguibile desiderio di esistere, e quanto cerca di opporvisi: ne La passione di Giovanna d’Arco è la società incapace di capire e accettare Giovanna; in Dies Irae è il cristianesimo inteso come insieme di leggi morali che imprigionano e condannano l’uomo; in Ordet è l’incombenza della morte che vanifica il desiderio di vita; o ancora in Gertrud è l’impossibilità di una «soddisfazione a una sete in realtà religiosa di "assoluto", attraverso l’amore» (Sadoul) che condurrà la protagonista alla solitudine.
In questo senso Vampyr si inserisce perfettamente nella filmografia di Dreyer, riproponendo in chiave fantastica la continua lotta tra l’uomo che vuole vivere e la morte che invece non gli lascia scampo, come per altro mostra molto efficacemente anche il folgorante cortometraggio De nåede færgen (Raggiunsero il traghetto) del 1948, incluso come extra di questo DVD e che riassume con esemplare sinteticità la visione pessimistica di questo grande artista del cinema mondiale nei confronti dell’esistenza umana.

Vampyr (1932)
DVD Sinister Film
di Carl Theodor Dreyer