La copertina del Dvd.

Wojtyla, la speranza di un popolo

La drammatica storia della Polonia del Novecento raccontata attraverso i volti di uomini e donne come Wanda, Tadek, Marian. Vite a cui si intreccia quella del giovane prete Karol, protagonista solo alla fine del film, eppure sempre presente...
Luca Marcora

Ha scritto Morando Morandini, riguardo a Da un paese lontano, che «sono in primo piano, a mezza strada tra cronaca e finzione, alcuni personaggi collegati con Karol Wojtyla (1920-2005), eletto Papa nel 1978. La sua storia - studente, operaio, scrittore, attore, insegnante, prete, Arcivescovo di Cracovia, Cardinale - rimane in filigrana: un testimone. Diventa vero protagonista soltanto nel finale documentaristico». Il Wojtyla di Zanussi accompagna lungo mezzo secolo la storia della sua patria come figura evocata e cercata dagli altri personaggi del film, ma quasi mai inquadrata in volto, quasi mai al centro dell’immagine, eppure a suo modo sempre presente e sempre protagonista di quegli anni drammatici.

L’inizio, ambientato nel 1926 sul Sacro Monte di Kalwaria, durante una rappresentazione della Via Crucis a cui il piccolo Karol assiste, sembra indicare la strada del futuro Pontefice: quella della Croce di Cristo che lo condurrà al soglio di Pietro. Ma Zanussi abbandona subito la traccia di una biografia che rischia fin dalle prime immagini di assumere toni troppo agiografici e sceglie di raccontare in un ampio affresco la storia della Polonia in cui Wojtyla ha vissuto. L’occupazione nazista prima, il regime stalinista poi; la ricostruzione e la contestazione del ’68, sono «tanti quadri che si alternano e si succedono, apparentemente slegati l’uno dall’altro, ma che nell’insieme formano una visione globale della Polonia, nazione che nella fede e nell’opera risanatrice della Chiesa ha sempre saputo trovare la forza per rimanere unita, nonostante le mille divisioni e le mille invasioni straniere. […] Tutte le figure presentate nel film testimoniano di questo anelito, nella fedeltà alle proprie radici: padre Kolbe, che ad Auschwitz offre in olocausto la propria vita; Wanda, la ragazza cattolica che recitava insieme al giovane Karol a Cracovia, prima della guerra; Tadek, suo marito, scrittore ateo che a poco a poco troverà la fede; Marian, fratello di Wanda, che dopo aver visto morire padre Kolbe decide di farsi prete; il docente universitario ebreo e l’operaio delle acciaierie di Nova Huta, due stalinisti di ferro che dovranno però ricredersi sul conto del comunismo; i giovani degli anni 70, infine, che riscoprono l’entusiasmo di una fede che la burocrazia di partito e i tentativi di repressione non sono mai riusciti a soffocare» (Roberto Copello, “Anche Zanussi è venuto da lontano”, Il Sabato, 24-30 ottobre 1981).

E Wojtyla? La sua presenza è richiamata da ognuno di questi personaggi, ciascuno secondo la modalità con cui l’ha conosciuto o ne ha sentito parlare, ne ha condiviso la vita o ne è rimasto segnato pur non avendolo mai incontrato. Fino all’esplosione di gioia finale quando, il 16 ottobre 1978, viene inaspettatamente eletto Papa. Le immagini di finzione girate da Zanussi lasciano il posto a quelle del vero Giovanni Paolo II che si affaccia alla loggia della Basilica di San Pietro: sintesi della speranza di un popolo che, nel giugno 1979, accorrerà per riabbracciarlo durante la storica visita nella sua Cracovia. Karol Wojtyla, il testimone indomito di Cristo «venuto da un paese lontano»: mai così vicino e familiare per un’intera nazione sofferente.


Da un paese lontano (Giovanni Paolo II) (IT/GB/POL, 1981) di Krzysztof Zanussi
con Sam Neill, Christopher Cazenove, Lisa Harrow, John Welsh, Warren Clarke, Maurice Denham, Cezary Morawski, Daniel Olbrychski, Cezary Morawski
DVD O1 Home Entertainment