La copertina del romanzo.

Ferrovie, alligatori e un Tom Sawyer uruguayo

Sembra un libro per ragazzi, ma dietro alla storia di un monello e un coccodrillo si vede l'esperienza dell'autore, che si ispira a grandi romanzi. Con un tocco noir
Lucio Brunelli

Ha l'apparenza di un romanzo per ragazzi La vecchia ferrovia inglese, ultima fatica letteraria di Alver Metalli. Come il precedente Lupo siberiano, al centro della storia c'è il rapporto, coinvolgente, fino a diventare ossessivo, tra un bambino e un animale irrimediabilmente fuori posto. Stavolta trattasi di un coccodrillo finito, chissà come, in un fossato alla periferia di Montevideo. Quell'angolo selvatico e suggestivo di natura è il regno segreto dove passa solitario il suo tempo libero Josè, monello che si diletta a infliggere i più fantasiosi tormenti ai piccoli animali che riesce a catturare. Fin quando, nell'acqua melmosa compaiono a sorpresa gli occhietti gialli e neri, immobili, di un vorace alligatore... Le atmosfere ricordano quelle avventurose e un po' aspre di Tom Sawyer, nei memorabili racconti di Mark Twain. Le descrizioni, accurate, vivide, colorate, fanno tesoro delle esperienze dell'autore: instancabile viaggiatore latinoamericano, cacciatore anch'egli, ma si spera meno crudele del pur simpatico ragazzino uruguayo. La scrittura è notevole, forse il romanzo meglio scritto fra i numerosi ormai pubblicati da Alver Metalli. Anche il ritmo è quello giusto; ti prende alla prima pagina e ti conduce tutto di un fiato sino allo sconvolgente finale. Che non possiamo svelare, naturalmente. Diremo solo che, anche stavolta, non manca quel tocco noir che contrassegna molti libri dell'autore e al quale Metalli non rinuncia, anche a costo di scandalizzare quanti pretenderebbero da uno scrittore cattolico un più rassicurante (e scontato) “lieto fine”.

Alver Metalli
La vecchia ferrovia inglese
Gallucci
10,00 €