<em>L'agguato di Dio</em>, di Marco Pozza.

Natale, «l'inaudito della storia cristiana»

Un libro che parla di Gesù, per ricordare di come il rapporto con Dio sia sempre stato "sensibile", fin da quel giorno sconvolgente di Betlemme. E così è ancora oggi, se non ci si abitua a quella presenza «che ancora oggi permane»
Flora Crescini

L'agguato di Dio, di Marco Pozza, parla di Gesù attraverso i Vangeli: come tanti libri, si potrebbe dire, più o meno zuccherosi. Solo che questo volume di dolciastro non ha nulla.

Il suo grande merito è di ripercorrere la vita di Cristo mediante l'ausilio dei cinque sensi di cui Dio ha dotato la creature. Sembra poco, ma da Cartesio in poi la sfiducia di questi sensi è all'ordine del giorno e il cogito cartesiano è diventato ormai dubbio e sospetto su tutto.

Pozza mostra con uno stile di scrittura tagliente, fatto di frasi nominali, che il rapporto con Cristo è fatto di mani, di occhi, di orecchi, di gusto e di tatto, e non di elucubrazioni astratte: «Sovente diede appuntamento attorno a un tavolo per fare spazio al Cielo dentro le cose effimere della terra», scrive l’autore.

In questo momento in cui si cerca di evadere dal malessere in cui si vive con la psicosi dei regali di Natale, Pozza con un pennino bene appuntito ci fa uscire dall’abitudine delle feste natalizie evidenziando ciò che nel Natale è - e rimarrà sempre - sconvolgente: «Vedere Dio con i propri occhi è un desiderio che alberga nel cuore della storia sin dai tempi del pastore Mosè».

A Betlemme «Dio mostra il suo volto, il cielo si svela… Una rivelazione che divenne in un battibaleno una rivoluzione: a nessuno era mai riuscito un simile sogno. Ciò che per secoli rimase taciuto… divenne l’inaudito della storia cristiana»; una presenza che ancora permane. Alla quale, se ci si abitua, rischia di essere inaudita.

Marco Pozza
L'agguato di Dio
San Paolo Edizioni
pp. 192 - € 22