Grossman e quella curiosa simpatia per l'uomo

Osservazioni, appunti, interviste e colloqui. Da corrispondente di guerra per il quotidiano dell'Armata Rossa, il celebre autore di "Vita e Destino" racconta l'umanità, in bilico tra l'eroismo quotidiano e una meschina malvagità
Pigi Colognesi

Il valore di questo libro consiste nel fatto che può aiutare nella lettura del capolavoro di Grossman Vita e destino. Lo scrittore russo è stato, durante tutto il secondo conflitto mondiale, corrispondente di guerra per il quotidiano dell’Armata Rossa. In questa veste ha seguito e descritto dal vivo sia la prima fase in cui le armate tedesche hanno dilagato in territorio sovietico (tra l’altro conquistando la sua Ucraina e annientandovi la numerosa comunità ebraica; la stessa madre dello scrittore vi trovò la morte), sia la cruciale battaglia di Stalingrado (cuore narrativo del futuro romanzo), sia infine il contrattacco sovietico che ha portato le truppe di Stalin fino a Berlino (dopo aver visto gli orrori dei lager, che Grossman descriverà in un libro nero che non gli verrà pubblicato).

Uno scrittore in guerra contiene i taccuini su cui Grossman appuntava osservazioni, impressioni, interviste, colloqui con generali o soldati semplici. Il tutto collegato da una stringata, ma esauriente narrazione storica delle vicende belliche. Questo ci aiuta dunque a familiarizzare con la situazione che fa da sfondo a Vita e destino, ben nota al lettore russo, ma più difficile da capire per quello italiano.

Ma non è questo il principale aiuto di cui parlavo prima. Esso consiste piuttosto nel vedere all’opera il particolare punto di vista con cui Grossman osserva gli avvenimenti bellici: nessun distacco sussiegoso, nessuna manipolazione o edulcorazione dei fatti (spesso i redattori correggevano dettagli ritenuti non politicamente corretti e lo scrittore si arrabbiava molto), nessun cedimento alla propaganda. Soprattutto uno sguardo di curiosa simpatia per l’umanità, colta nella sua capacità di eroismo quotidiano e di meschina malvagità, di dedizione estrema e di codardia, con tutte le infinite sfumature che intercorrono tra questi estremi. È la curiosa simpatia che, approfondita, gli permetterà di scrivere il suo rivoluzionario e poeticissimo capolavoro, di cui ovviamente il regime sovietico proibirà la pubblicazione.

Vasilij Grossman, Uno scrittore in guerra
Adelphi, Milano 2015
Euro 23
pp. 471