La copertina del libro.

Camilla Bravi, «quell'imprevisto che attendevo»

Una "dolce vita" fatta di amori, lusso e tradimenti. Poi, quando pensa di farla finita, ecco il fatto inaspettato che cambia tutto. Esce una biografia per raccontare la sua storia. Una testimonianza radicale di come «la fede sia una cosa reale»
Ines Maggiolini

Potrebbe essere la storia di una delle tante donne “traviate” d’inizio Novecento: infanzia felice, poi - alle prime difficoltà - l’abbandono a quella che lei stessa definisce “dolce vita”. Amanti, lusso, tradimenti... Una donna perduta. Ma nella biografia romanzata di Ambrogio Amati, Camilla Bravi non appare mai sola. Anche nei momenti peggiori, quando la sua vita è permeata dal peccato, dialoga con Dio, lo invoca, gli chiede aiuto. Sa che “i desideri di bene” vengono da Lui, ma questa consapevolezza non riesce a prevalere, lasciandole addosso una tristezza profonda e lacerante, una nausea che cerca di scacciare riempiendo le giornate con i vizi conosciuti. Ma la tristezza non se ne va. Anzi.

La lotta con Dio va avanti ogni giorno, fino a quando tenta, per la seconda volta, di togliersi la vita: vorrebbe buttarsi dalla finestra, ma sente qualcuno che la trattiene per tre volte, anche se nella stanza non c’è nessuno. È il 15 maggio 1925: chiede l’intercessione della Madonna. «Madonnina mia», la chiama lei, è il giorno della sua conversione.

Da quel momento la sua vita cambia e proprio lei, che ha conosciuto ogni forma di peccato, più facilmente incontra e ascolta i peccatori, in particolare le giovani donne. Fin quando può, lo fa di persona, poi - colpita da una lunga malattia invalidante che la terrà immobile a letto per tredici anni - lo farà con la preghiera, scrivendo centinaia di lettere, testimoniando che cosa ha potuto in lei l’abbandonarsi al Signore.

Nel suo diario Camilla Bravi racconta anche di visioni ed esperienze mistiche, decisamente lontane dalla nostra sensibilità. Ma è lei stessa a fornirci un criterio di giudizio. Dopo una frase del suo direttore spirituale che le fa nascere il dubbio che tutto sia frutto di isteria, o di pazzia, scrive: «Mi salvava una sola certezza: niente poteva farmi dubitare della verità della conversione. Era una cosa reale, un fatto accaduto, desiderato, ma non cercato, voluto, ma non programmato, atteso, ma imprevisto nei tempi e nei modi, da cui era scaturita una convinzione radicale... Negarla o peggio ancora respingerla sarebbe equivalso ora a negare di avere un corpo e un’anima, di essere nata nel mio paese da mio padre e mia madre. Disconoscere insomma me stessa e la vita intera. E questo non era proprio possibile».

Così accade oggi a noi, a chi incontra la fede, così ci testimonia continuamente il Papa: la fede non come teoria, ma come esperienza, un Fatto che cambia la vita. La carne di Camilla Bravi è così redenta, si trasfigura: lei non si è mai stancata di chiedere Misericordia, e il Signore - come ci racconta con dovizia di particolari nel suo diario - non si è mai stancato di aspettarla.

Ambrogio Amati
Il mio destino è amore. L'affascinante vita di Camilla Bravi
Ancora
pp. 160 - € 18