La copertina del libro.

«Si scrive sempre per qualcosa che manca»

Giampiero Neri e Alessandro Rivali sono due poeti e hanno mezzo secolo di differenza. Eppure sono diventati amici. Raccontandosi e parlando di poesia. In un volume, la trascrizione del loro dialogo
Flora Crescini

Un poeta, Giampiero Neri - fratello di Giuseppe Pontiggia, Neri è lo pseudonimo scelto per costruirsi una propria identità - intervistato da un poeta più giovane, Alessandro Rivali. Il dialogo dura nel tempo e diventa così una biografia dai toni intensissimi, nei quali la poesia si intreccia ai ricordi.

«La vita umana dal 1941 al 1945 valeva meno di un soldo bucato», afferma Neri, ricordando i tragici anni della Seconda Guerra Mondiale. E, con una semplice frase, il poeta la dice lunga. Dio ha creato le cose per la vita; l’uomo, lui, ha una micidiale potenza distruttiva. «Io mi sento legato a una visione religiosa del mondo. E non ritengo che il mondo si sia formato da solo», ma «ciò contraddice tutta la nostra esperienza quotidiana», nella quale agiamo come padroni e creatori delle circostanze.

Come Leopardi, Neri riconosce che c’è «un brutto poter che, ascoso, a comun danno impera»: un’affermazione vera e potente, così lontana dalle chiacchiere del mondo. Quel «brutto poter» non è solo nelle mani dei potenti, ma è dentro ognuno di noi, insieme al bene che ci costituisce e per il quale siamo fatti. Ora, di fronte alla situazione enigmatica dell’uomo, cosa può il poeta? Neri è lapidario: «Si scrive sempre per qualcosa che manca». «È questa l’avventura della poesia: le parole hanno un fascino che non si esaurisce con la lettura, ma che continua nella mente», per cui dalla poesia si attende «prima di tutto la verità, ossia una parola che ci informi sulla vita». Perciò «la poesia rimane sempre un’esigenza dell’animo umano».

Accanto a queste brevi osservazioni, nel libro-intervista molti sono i passaggi nei quali Neri parla di Dante, di Melville, di Fenoglio, di Villon. Non si tratta di valutazioni intellettuali, ma di un uomo che, con cuore palpitante, ha appreso qualcosa di fondamentale per sé dalla lettura di questi scrittori. Tanto che vien voglia di leggerli, o di rileggerli. «Tu cantami qualcosa pari alla vita», scriveva Luzi. Il bello di questo libro è che emerge il proprium della poesia: far vivere tutto. Bravo Alessandro Rivali nel condurre l’intervista. Di lui dice Neri: «Cosa importa se fra noi la differenza di tempo supera il mezzo secolo? Un amico non si trova ad ogni angolo di strada».

Alessandro Rivali
Giampiero Neri, un maestro in ombra
Jaca Book
pp. 158 - € 14