La copertina del libro.

La lotta del «re nascosto»

Chi è stato davvero il maestro della Arendt? Cosa ha da dire oggi? Costantino Esposito prova a rispondere con "Heidegger", un libro sul pensiero del grande filosofo. Proponendo una chiave di lettura: «L'essere umano emerge come luogo della verità»
Alessandro Banfi

Un grande e controverso pensatore del Novecento. Con la sua carica vitale e il fascino che contagiò diverse generazioni (la sua allieva e amante Hannah Arendt diceva di lui che il suo nome «correva di bocca in bocca in tutta la Germania, come la fama di un re nascosto»), fino ai controversi rapporti con Hitler e il nazionalsocialismo. Chi è stato davvero Martin Heidegger? Che cosa ha da dire all’uomo di oggi? Costantino Esposito, professore a Bari di Storia della Filosofia, risponde in modo appassionato a queste due domande, con una densa introduzione al suo pensiero, pubblicata ora dalla Universale Paperbacks de Il Mulino dal semplice titolo: Heidegger. Un testo prezioso non solo per chi studia la filosofia. Tutti i grandi temi di questo pensatore, a cominciare dalle riflessioni sull’Essere, la metafisica e la sua negazione, la ragione tecnica e fino al nichilismo, ma anche il tempo e la storia, attraversano e condizionano i pensatori della contemporaneità, con una capacità poetica e una persuasività senza precedenti.

Esposito si butta a capofitto in questo tumultuoso e diversificato pensiero, che sembra, come fa notare lo stesso autore, lottare con il pensiero altrui e con gli accadimenti della storia, che non sono e non possono essere ad esso estranei. La cifra delle sue osservazioni sta nell’appassionata e non pregiudiziale narrazione di questa «vera e propria lotta, ingaggiata dentro ogni concetto e al fondo di ogni categoria». Viene alla mente quanto sosteneva al proposito Augusto Del Noce: ogni pensatore che si occupi della metafisica finisce anche per ripensare profondamente la storia. Ma Esposito è come attratto da una specie di premessa affascinante che suggerisce esserci in ogni ipotesi filosofica formulata dallo stesso Heidegger, una domanda radicale «sulla possibilità che si manifesti il senso dell’essere nel suo rapporto costitutivo all’uomo, e in tal modo l’essere umano emerga come il luogo della verità, in cui possa delinearsi il significato del mondo e della storia».

Grande merito di Esposito questo, di valorizzare con slancio ciò che del pensiero heideggeriano resta uno spalancarsi della domanda umana, senza schierarsi nelle file dei pro o nelle file dei contro, gli “heideggeriani” e gli “anti-heideggeriani”, fatalmente vittime entrambi della lettura “scolastica” del pensatore tedesco.

Lasciatemi segnalare uno spunto, fra i tantissimi di questo bel libro: l’interessante esito della riflessione sul rapporto con il tempo, tanto centrale nel pensiero heideggeriano. Esposito spiega, con eleganza, come, partendo da sant’Agostino, per Heidegger «la storia non consiste in una successione di eventi, ma nell’appropriarsi della vita a se stessa». E dunque «paradossalmente la vita si compie davvero proprio nel fatto di non potersi mai determinare». Per concludere: «È quindi la vita che accade primariamente: è essa ad essere primariamente storica, ed è l’esperienza proto-cristiana ad averlo scoperto». Viene in mente Papa Francesco, e quel primerea, l’iniziativa di Dio viene prima, primariamente. Insomma anche per Heidegger c’è una domanda radicale che riapre continuamente i giochi, e la mente al pensiero. E anche per noi questo libro viene a riaprire i giochi di chi considerava Heidegger ormai archiviato, riportandolo sul terreno della grande domanda, ancora valida anche per l’uomo contemporaneo, sull’Essere.


Costantino Esposito
Heidegger
Il Mulino
pp. 242 - €15