La copertina del libro.

In una carezza la rivoluzione

Stefania Falasca ripercorre le tappe che hanno portato alla canonizzazione di Giovanni XXIII. Dal "magistero dei gesti" all'attenzione per la realtà missionaria. E quella profonda sintonia che lega il santo bergamasco a papa Francesco
Giorgio Paolucci

Giovanni XXIII è il primo pontefice proclamato santo pro gratia, cioè senza attendere un secondo miracolo legato alla sua intercessione dopo quello che ha portato alla beatificazione. Una procedura eccezionale decisa da Papa Francesco, alla base della quale sta la profonda sintonia tra i due pontefici, che si manifesta in diversi aspetti. L’attenzione alla dimensione missionaria, anzitutto. Nel “testamento missionario” di Roncalli del 16 maggio 1963, scritto pochi giorni prima di morire, emergono lo spirito di carità evangelica che spinge a “uscire” verso gli altri abbandonando l’autoreferenzialità, e la priorità dell’annuncio del Vangelo concentrato sull’essenziale: la sequela di Cristo. Sono, queste, anche le coordinate portanti della missione espresse da Papa Francesco nella Evangelii gaudium.

Anche l’attenzione alle periferie esistenziali li accomuna: Roncalli trascorse molti anni nelle periferie orientali della cristianità (Bulgaria, Turchia, Grecia) e una volta eletto Papa portò nel governo della Chiesa uno stile “di periferia” che andava oltre le prospettive un po’ anguste della curia romana. E convocando il Concilio chiese che venissero individuate le forme più appropriate per andare incontro al mondo. Un’altra evidente sintonia risiede nel cosiddetto magistero dei gesti. Quelli di Francesco sono ogni giorno sotto i nostri occhi, Giovanni XXIII ne ha lasciati alcuni che risiedono indelebilmente nel ricordo di quanti l’hanno visto in azione: la visita alle parrocchie romane, quella ai piccoli malati dell’ospedale Bambino Gesù nel suo primo Natale da Papa (1958), seguita il giorno dopo da quella ai carcerati di Regina Coeli. Gesti rivoluzionari in quell’epoca, accompagnati da parole semplici che vanno dritte al cuore ed esaltano la forza di attrazione nascosta in chi ha fatto di Gesù la ragione unica dell’esistenza.

Un’autentica rivoluzione, racchiusa in una carezza capace di commuovere chi la riceve e di muoverlo verso una dimensione pienamente umana dell’esistenza. Nel suo lavoro Stefania Falasca, che dal 2006 collabora con la Congregazione delle cause dei santi, offre una meticolosa ricostruzione dei fatti che hanno condotto all’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di Roncalli, corredata da documenti inediti che contribuiscono a chiarire aspetti rilevanti nella storia del Concilio e della Chiesa. E ci conduce per mano a scoprire il profondo legame che lega Giovanni XXIII a Francesco, con l’ausilio di un saggio di Ezio Bolis che impreziosisce il libro.

Stefania Falasca
Giovanni XXIII, in una carezza la rivoluzione
Rizzoli
pp. 212 - € 17