"Dio e il mondo" di Robert Spaemann

L'ars longa della filosofia

L'autobiografia di un grande intellettuale del Novecento. La conversione dei genitori, il rifiuto del nazismo e il dialogo con gli studenti negli anni della contestazione. Un uomo che rilegge la propria esperienza, attraverso un continuo «porre domande»
Luisa Cabrini

La biografia di un filosofo rappresenta una via d’accesso privilegiata al suo pensiero: così è per Robert Spaemann, che ha attinto all’esperienza di una vita attraversata dalle vicende del XX secolo come ad un serbatoio inesauribile di spunti di riflessione. È quanto emerge dalla sua Autobiografia, pubblicata nel 2012 a Stoccarda, ora disponibile anche al pubblico italiano, che continua a mostrare interesse per l'autore.

Come nasce questo libro? Il giornalista Stephan Sattler nel 1972 legge un saggio di Spaemann sul giornale tedesco Merkur, rimanendo colpito da come il pensiero di quest'ultimo non fosse influenzato dai toni di moda. Nel 1987 conosce il filosofo a Francoforte, in occasione della Laudatio in onore di Hans Jonas (per il conferimento del Premio per la pace del Deutsche Buchhandel). Rimane nuovamente impressionato dalla sua apologia di una filosofia teleologica della natura.

Negli anni Novanta, in qualità di redattore culturale di Focus, Sattler chiede un’intervista a Spaemann, pensando di ottenere una risposta negativa. Va diversamente. Dopo numerose e lunghe telefonate, nel 2006 i due si incontrano, e, nel dicembre del 2010, il giornalista convince il filosofo a pubblicare le conversazioni: dodici incontri nel 2011, cui seguono la stesura e molti dialoghi.

Dio e il mondo. Un’autobiografia in forma di dialogo raccoglie episodi, incontri e riflessioni che hanno segnato il corso dell’itinerario intellettuale di Spaemann. Dell'infanzia e della giovinezza del filosofo a Berlino, sua città natale, Colonia, Dorsten e Münster sono resi noti particolari rilevanti: la conversione dei genitori al cattolicesimo, la morte prematura della madre, la personalizzazione della fede, costantemente alimentata dalla liturgia e rinvigorita dalla partecipazione alla vita della Chiesa. Il rifiuto e l'opposizione al nazionalsocialismo lo spingono, a diciassette anni, a sottrarsi al giuramento al Führer e all'ordine di arruolamento nella Wehrmacht. Nel Dopoguerra, Spaemann si lega a gruppi di opposizione, propende per idee socialiste, con le quali rompe definitivamente dopo un avventuroso soggiorno a Berlino est alla fine degli anni Quaranta.

Subisce il fascino degli scritti di Carl Schmitt, Horkheimer e Adorno. Tommaso d'Aquino ed Hegel restano però, per tutto l’arco della vita, i suoi riferimenti. In Joachim Ritter trova poi il maestro che lo indirizza alla filosofia.

Non rinuncia a discutere con gli studenti che, fra il ’67 e il ’71, sognano la rivolta. A Stoccarda e Heidelberg cerca il dialogo con i giovani, che lo ascoltano affascinati dalla chiarezza del pensiero e dalle posizioni inequivocabili. Chi si intrattiene con Spaemann su questioni di fisica e di biologia rimane stupito dalle sue conoscenze persino in questi ambiti. La sua filosofia si oppone alle ideologie dominanti, soprattutto a quella visione del mondo scientista che promette di soddisfare ogni desiderio. Il concetto di "vita" e di "persona", suo cavallo di battaglia, è un’arringa ponderata a favore dell'uomo, contro tutti i tentativi di ridurlo a "cosa" dominabile e manipolabile.

Dal dramma del nazismo e della Seconda Guerra mondiale, attraverso il periodo della contestazione studentesca, fino agli incontri con Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger, la sua filosofia non appare impersonale e disincarnata. Non è un filosofo cattolico, come i suoi critici affermano per svalutarlo: è un cattolico e un filosofo che compone i propri pensieri con una forza di persuasione non ostinata. Per lui la filosofia è una ars longa che non perviene mai a un sistema chiuso. È un incessante porre domande.

Elementi biografici e filosofici si intrecciano nel volume e rinviano a temi di metafisica, etica, antropologia e filosofia della storia, nella cornice di un dialogo ininterrotto tra mondo e trascendenza che si allarga fino a sfociare in un nuovo pensare. Ne scaturisce un affresco, capace di far gioire chi già conosce Spaemann e di destare la curiosità in chi ancora non lo ha incontrato.


Robert Spaemann
Dio e il mondo. Un’autobiografia in forma di dialogo
Cantagalli
pp. 224 - € 22