<em>Sussidiarietà e… spesa pubblica</em>, <br>rapporto sulla sussidiarietà.

Sussidiarietà e spesa pubblica, oltre un approccio ideologico

Cosa grava sul bilancio del nostro Paese? Come si comportano gli altri Stati? La ricerca della Fondazione per la Sussidiarietà e dell’Università di Bergamo disegna una panoramica della finanza pubblica. E riflette su soluzioni possibili
Emanuela Belloni

La spesa pubblica è al centro della vita di un Paese: strumento fondamentale in campo civile ed economico. La ricerca condotta dalla Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo, attraverso un team guidato da Gianmaria Martini, e presentata nel nono rapporto Sussidiarietà e… spesa pubblica, scandaglia l’evoluzione storica e la composizione della spesa pubblica in Italia.

La situazione nel nostro Paese viene messa a confronto con quella di altri Stati, valutando innanzitutto l’incidenza che la sussidiarietà ha sulla spesa. Una situazione che non consente ulteriori aumenti della pressione fiscale, il bilancio pubblico ha bisogno di riscattarsi e il Rapporto cerca di delineare una strada percorribile.

Dalla storia degli ultimi vent’anni del nostro Paese emerge un percorso virtuoso intrapreso dalla finanza pubblica: non ci fossero gli interessi a gravare sul nostro bilancio, l’Italia sarebbe all’avanguardia rispetto ai suoi partner europei.

Il primo obiettivo segnalato è, dunque, affrontare subito il problema del rientro del debito, per poter così sostenere la crescita. Il legame tra spesa pubblica e sussidiarietà si differenzia se parliamo di sussidiarietà verticale (il rapporto Stato/Regioni o enti locali) o orizzontale (il rapporto Stato/cittadini). Nel primo caso il Rapporto guarda con una certa preoccupazione al processo di ri-accentramento delle finanze e del potere decisionale, proponendo una valutazione del rapporto tra crescita e sussidiarietà verticale: uno spostamento della spesa verso i livelli più prossimi ai cittadini significherebbe un aumento del reddito pro-capite in modo statisticamente significativo, nell’ordine dello 0,63% del Pil. Nel caso della spesa sussidiaria orizzontale, il Rapporto evidenzia come essa sia decisamente limitata in Italia, soprattutto se paragonata con la situazione di Paesi come gli Stati Uniti.

L’ultima parte del Rapporto riflette, anche attraverso la voce autorevole e critica di esperti come Bordignon e Giarda, sulle proposte per il futuro, ed evidenzia le questioni aperte, puntando il dito verso la necessità di coniugare sussidiarietà e solidarietà in campo finanziario. Quello che il Rapporto auspica, innanzitutto, è che ci si svincoli da un approccio ideologico, che impedisce un vero confronto con la realtà, in favore di una valutazione seria, secondo criteri che permettano l’impegno di tutti a favore del bene comune.

Sussidiarietà e… spesa pubblica, Rapporto sulla sussidiarietà 2014/15
A cura di Gianmaria Martini, Fondazione per la Sussidiarietà e Università degli Studi di Bergamo, Milano 2015.
pp. 240 - € 14