La mia libertà sceglie la gioia

Si chiama "Violaine", è l'ultima raccolta poetica di Rossella Frollà edita da Interlinea. Dai versi emerge il tessuto della vita, tra impulsività e scelta del bene. Un'opera che «sale verso una chiarificazione del fine intero dell’esistenza»
Flora Crescini

«La mia libertà sceglie la gioia»: basterebbe questo verso per leggere la raccolta poetica Violaine di Rossella Frollà edito da Interlinea. «Quando l’acqua si fa alta / e non so risponderti, / quando mi manca anche la colpa / e le spine infiammano la mia rabbia / la mia libertà sceglie la gioia».

Tale scelta dovrebbe essere la cosa più naturale, ma c’è nell’essere una riottosità che fa sì che la libertà non sempre scelga la gioia, ma assecondi la reattività o l’ultimo sentimento. Come scrive Davide Rondoni nella presentazione, quello della Frollà è «un libro che sale verso una chiarificazione del fine intero dell’esistenza», tramata di chiaroscuri, di circostanze, a prima vista, indecifrabili nelle quali dolore e amore si danno la mano. Così è la vita: un magma che bisogna saper leggere.

E chi fa poesia cerca di cogliere, per dirla con Baudelaire, le corrispondenze tra le cose e chi le guarda. Trovarle non è facile, perché c’è un vizio di reattività che ci rende pessimi osservatori, e anche incoscienti, cui manca la colpa. E non solo: perché le spine - le spigolosità del reale - infiammano la rabbia. Ma anche in una contingenza piena di rabbia e priva di colpa, alla persona non viene tolta la possibilità di grandezza. «La mia libertà sceglie la gioia», appunto.

Rossella Frollà
Violaine
Interlinea, 2015
pp. 178 - € 16