L’Operazione Odessa, la Rete dei Conventi, le coperture che il Vaticano diede ai gerarchi nazisti che sfuggirono alla giustizia, creandosi nuove identità. Temi che hanno ispirato innumerevoli film, libri, inchieste giornalistiche, e che hanno acceso per decenni infuocati dibattiti. Il volume di Pier Luigi Guiducci ha un pregio notevolissimo: torna all’origine, scruta i documenti, vaglia le testimonianze, studia i preziosi materiali recentemente desecretati dagli archivi di varie nazioni e organismi, per raggiungere certezze. Per andare, come dice il titolo, Oltre la leggenda nera che indica la Santa Sede come centro occulto che ha permesso, subito dopo il crollo del Terzo Reich, la fuga dei criminali nazisti coprendone le responsabilità, procurando documenti falsi, creando percorsi verso nazioni disposte a proteggerli.

Un lavoro puntiglioso e accurato, alieno da settarismo, che finalmente fornisce agli specialisti un quadro d’insieme. Con il pregio, raro per lavori di questo tipo, di essere comprensibile e appassionante per ogni lettore. Uno studio che documenta la debolezza di tesi che si ritenevano fondate, ma che si dimostrano frutto solo di pressapochismo e ricerca di sensazionalismo.

Con Guiducci, docente di Storia della Chiesa e autore di un centinaio di libri e di oltre mille articoli, il lettore si immerge negli anni pericolosi e confusi del dopoguerra. Scopre quali strade e complicità i criminali nazisti utilizzarono per scomparire dai radar di chi li cercava, esplora complicità inaspettate, verifica che le indicazioni impartite dal Vaticano andavano esattamente all’opposto di quelle indicate dalla Leggenda Nera (ciò che chiedevano esplicitamente papa Pio XII e i responsabili della Curia Vaticana era che chi si fosse macchiato di gravi crimini scontasse la giusta pena). Si accerta così che la Ratline, la strada di fuga dei topi, non era affatto, come qualcuno volle indicare, la via dei conventi cattolici che permise, su indicazione delle autorità ecclesiali, ai criminali nazisti di fuggire e rifarsi una vita protetti da anonime identità. Al contrario, si trattava di pensioni, hotel, case private messe a disposizioni da amici, parenti o persone vicine ideologicamente.

Ma soprattutto, il libro svela scheletri in armadi finora insospettati: a coprire gerarchi e criminali complici di Hitler - rivelano vari rapporti di intelligence e i documenti a cui è stato recentemente tolto il top secret, come il rapporto del Dipartimento di Giustizia Usa sui nazisti fuggiti negli Stati Uniti - furono nazioni e organismi ritenuti scevri da sospetti. E se si mostra inesistente un disegno globale, come quello indicato dall’Operazione Odessa, le strategie per far fuggire specifici criminali nazisti non furono affatto supportate dal Vaticano o organismi cattolici, bensì da Paesi usciti vincitori dalla Guerra contro Hitler, come gli Stati Uniti. Del resto, la Chiesa cattolica non aveva nessun interesse a proteggere criminali esponenti di un regime che aveva ucciso vescovi, sacerdoti e fedeli, e tentato di distruggere le basi della fede. Invece, le autorità alleate conoscevano perfettamente l’identità di ricercati per crimini di guerra che si apprestavano ad attraversare l’Atlantico per andare in Paesi amici come il Paraguay o l’Argentina (dove poi si crearono vere oasi protette per criminali nazisti), sovente sapevano anche gli indirizzi degli autori di atrocità e stragi. Ma non intervennero per ragioni di opportunità politica, spesso decidendo di reclutare gli ex collaboratori di Hitler in chiave anticomunista. Dopo la caduta del Terzo Reich per gli Usa era il Comunismo il nemico da combattere. Con ogni mezzo, e con ogni alleato disponibile. Anche se si trattava di un ex criminale nazista.


Pier Luigi Guiducci
Oltre la leggenda nera. Il Vaticano e la fuga dei criminali nazisti
Edizioni Mursia
pp. 480 - € 22