<em>Da questi luoghi bui</em> di Francesco<br> Fadigati.

Si può uscire da questi luoghi bui?

Milano, l'alluvione di Genova, un letto d'ospedale. Tutto questo si intreccia con le vite di Satch, Alessandro e il signor Nardi nell'ultimo libro di Francesco Fadigati. E come chiave di volta delle tre vicende, la musica
Walter Muto

Cosa c’entrano il traffico di Milano, le cantine dove provano le rock-band, l’alluvione di Genova, un letto d’ospedale e tanta, tanta musica? Detto così, niente. Per scoprirlo, bisogna addentrarsi nella lettura di Da questi luoghi bui, intrigante, avvincente romanzo del giovane scrittore e pròfe Francesco Fadigati, alla sua seconda prova.

L’intenzione dell’autore era trovare un modo di illustrare la dinamica insegnante-studente, partendo dalla propria esperienza personale. Ma presto nell’idea di voler articolare il racconto a due voci - professore e studente - il personaggio del professore non decolla, lasciando spazio a quello che sarà il primo, vero protagonista del libro: Satch, studente diciassettenne e chitarrista rock, il cui nickname deriva dal soprannome del chitarrista da lui più amato, Joe Satriani.

Il personaggio del professore viene sostituito da Alessandro, un giovane che lascia università e città d’origine per gettarsi in una vita nuova, da soccorritore della Croce Rossa, a Genova. La vividezza del racconto dell’alluvione in questa città tradisce una provenienza di prima mano. Il personaggio di Alessandro è, infatti, ispirato al fratello dell’autore, che quella esperienza drammatica l’ha vissuta sulla sua pelle. Ma le voci sono tre: la terza storia è quella del signor Nardi, che dopo un incidente di cui non ricorda nulla, si sveglia da un lungo stato di coma e molto lentamente ricomincia a vivere.

Satch, Alessandro e il signor Nardi occupano in successione un capitolo a testa. Fin dall’inizio il racconto è davvero avvincente, il lettore viene trascinato nella girandola delle tre storie, ben sapendo che presto o tardi si incroceranno. Ma non è solo questa tensione - a tratti con toni da thriller - a tenere in piedi la narrazione. Ci sono le bellissime, vivide descrizioni delle città - Milano, Genova - e i caratteri degli altri comprimari - le figure femminili e il grande educatore, il signor Cortesi. Ma soprattutto c’è la domanda fondamentale che appartiene alle storie che si intrecciano: è possibile uscire dai luoghi bui dove talvolta la vita va ad infilarsi? È possibile vivere senza avere paura di tutto? È possibile ricominciare a provare stupore per le cose semplici, che sembrano banali, ma non lo sono affatto?

Nel romanzo c’è molta musica, lo abbiamo accennato all’inizio. Tanto rock, ma non solo. Jazz, classica. La musica è un significante, non potrebbe non esserci e talvolta è la chiave di volta, lo snodo perché la storia possa andare avanti. Ma è la struttura stessa della scrittura ad usare la medesima grammatica della musica. Attesa, sorpresa; tensione, risoluzione; dissonanza, consonanza.

Come in un’invenzione a tre voci di Bach, le storie scorrono per arrivare ad un finale che potrà scoprire solo il lettore, alla fine di un viaggio, attraverso brutture, drammi, tragedie, amori, insomma, la trama delle nostre vite, raccontata con tratto deciso e appassionato. E, su tutto, la possibilità di tornare a rivedere la luce.

Francesco Fadigati
Da questi luoghi bui
Bolis
pp. 286 - €14