L. Muraro, "L'anima del corpo".

La maternità ai tempi della tecnica

Fino a che punto progresso scientifico e mercato condizionano il desiderio di avere figli? Luisa Muraro spiega i rischi e le conseguenze dell'utero in affitto, in un mondo in cui ogni «possibilità in più è automaticamente una libertà in più»
Flora Crescini

Dopo la bagarre sulla legge Cirinnà, Luisa Muraro, filosofa, da sempre in prima linea nella battaglia per i diritti delle donne, cerca di comprendere le ragioni e le follie della maternità surrogata, nel suo ultimo libro L'anima del corpo. Contro l'utero in affitto (ed. La Scuola). «Abbiamo presenti gli effetti deleteri della commercializzazione del sangue e degli organi, praticata in Paesi meno civili dei nostri, e ci è stato spiegato perché sia doveroso passare per l'adozione a norma di legge. Come mai, dunque, ci troviamo a discutere sulla liceità di farsi fare delle creature umane a pagamento, come fosse un problema mai affrontato prima, sul quale non esistono criteri di giudizio?». Già nel ventesimo secolo «è andata così con l'eugenetica, coltivata in ambienti scientifici, tradotta in programmi di governo nell'Europa del centro-nord e negli Usa, e infine sfociata in un genocidio». «Ci sono sempre buone ragioni per fare cose sbagliate, è risaputo. Se sarai tu solo a portarne le conseguenza, peggio per te. Se insieme a te ci sono anche altri, sei un irresponsabile. Ma se prevediamo che le conseguenze riguarderanno anche altre persone, e se per giunta non sappiamo quali e quante saranno, allora svegliamoci e mettiamoci a pensare».

Luisa Muraro si mette a pensare. Sicuramente all'origine della maternità surrogata c'è quella grande potenza che è il desiderio, che ci spinge avanti con tutti i mezzi a disposizione. E bisogna augurarsi che il desiderio sia vivo, perché senza non c'è vita. E «il punto di vista di chi ha un vivo desiderio non può essere ignorato». Con la surrogazione, dunque, la creatura «arriva in forza del desiderio dei genitori, per mezzo dei loro soldi». C'è da aggiungere che «il problema maggiore che pone la maternità surrogata, non è quello di venire al mondo e trovarsi a dover fare i conti con lo scarso amore, con l'incostanza del desiderio o con il malaffare, sebbene ci sia anche questo. Tutte le creature che vedono la luce corrono questo rischio. Il problema non è neanche quello del ricorso alla tecnica o al mercato, a certe condizioni. Ma è quello del ruolo che tecnica e mercato giocano nella generazione. Nella nostra civiltà questi mezzi sono sempre meno a nostra disposizione, e sempre più tendono a diventare dei padroni. Così, fanno valere la loro logica e il loro ordine anche là dove l'essere umano sarebbe chiamato a esserci in prima persona». Aiutare il desiderio del figlio a tutti i costi con mezzi che non sono più mezzi, può capovolgersi nella morte del desiderio. Osserva l'autrice: «Non parlo di cose che non sappiamo, le abbiamo già in casa, la chiamano depressione». Con la surrogata viene messa a rischio la relazione materna, da una parte, e dall'altra la ricerca di un nuovo e più ricco senso della paternità: perché, i tempi sono cambiati, e le due figure parentali necessitano di essere meglio comprese.

Con la surrogata, innanzitutto, «ci troviamo davanti a una minaccia che mira alla libera disponibilità di sé da parte femminile. I soldi hanno questi effetti, come insegna la prostituzione». Insomma quello che il potere sa fare molto bene è sfruttare il desiderio. Ma, sottolinea la Muraro, «la libertà si sviluppa con la libertà». «È paradossale, ma in fondo logico, che più l'area dell'umanamente consentito si estende e più la nostra libertà è messa alle corde. Ed è risaputo che grazie alla tecno-scienza e al benessere materiale, l'area del possibile non fa che crescere. Ma noi restiamo indietro, soggetti alla mentalità per cui una possibilità in più sarebbe automaticamente una libertà in più. Un equivoco madornale. All'espansione del possibile, così male intesa, si risponde moltiplicando le leggi e regolamenti». La relazione materna, però, rimane decisiva per la vita intra ed extra uterina e rientra nell’ambito dell’indisponibile (o del gratuito): «È indisponibile quello che va tenuto a disposizione del di più che è la gioia del vivente. Fa parte di una nuova coscienza evolutiva imparare a rinnovare le barriere simboliche (continuum madre figlio/a) che proteggono l'essere umano in quanto destinato alla felicità». Anche nel disegno di legge Cirinnà, recentemente approvato dal Senato, «irto di commi, rimandi, clausole e formule, il desiderio non trova la sua misura; gliela daranno solo i soldi che uno ha o non ha».

Luisa Muraro
L'anima del corpo
La Scuola
pp. 86 - € 8,50