"Tracker" di Mark Knopfler.

Sulle tracce di un Sultano dello Swing

A 65 anni l'ex Dire Straits esce con "Tracker", il suo ultimo lavoro, che è tutto un tornare alle origini. Dal folk a stelle e strisce alle ballate british, con un omaggio alla Sicilia. Lo sguardo profondo (e discreto) di un grande artista
Walter Muto

Si può vedere mille volte un tramonto e commuoversi ogni volta? O amare la stessa donna per tutta la vita? È la stessa esperienza, questa, che accade ogni volta che si ascolta un nuovo lavoro di Mark Knopfler. Come per la buona torta della nonna - dopotutto stiamo parlando di un artista che ha 65 anni suonati - la ricetta è sempre quella e gli ingredienti ben riconoscibili. Anche in questo nuovo Tracker sono presenti tutti gli amori, tutte le radici del chitarrista scozzese, noto maggiormente per i suoi successi fra i ’70 e gli ’80 con i Dire Straits che per la sua lunga carriera solista. Già allora, nonostante il successo planetario della band, Mark era un artista trasversale, dallo sguardo profondo, ma senza la faccia né il physique du role della rockstar. E i suoi amori, un tempo mascherati e un po’ nascosti dalla patinatura pop dei grandi successi dei Dire Straits, man mano sono venuti affiorando negli otto album a suo nome, come pure nelle numerose colonne sonore che ha firmato. Innanzitutto le radici folk, oserei dire celtiche, della sua terra, poi il country, il folk americano, il blues, e la maniera di cantare trascinata, anche se nel suo caso più baritonale, di Bob Dylan. Talvolta, come cespugli rotolanti nella prateria, appaiono e scompaiono i riff rock e distorti delle sue chitarre elettriche.

Temi, atmosfere ed arrangiamenti non sono complessi, ma fanno leva su bellissime melodie, il cui appeal in altre occasioni, recensendo altri suoi dischi ho chiamato «il fascino dell’ovvio». Ti sembra che avresti potuto scrivere tu delle linee melodiche così semplici, riconoscibili, ma mai banali. In realtà non è così, il riaffiorare a tratti, ora qua ora là, delle varie componenti del suo stile assomigliano alle pennellate di colore di un quadro, per un risultato finale di grande maestria ed efficacia.

Si parte con il blues-waltz di Laughs And Jokes And Drink And Smokes, quasi una moderna Wildrover che racconta della vita a Londra da ragazzi appena arrivati in città, fra scherzi e bevute, ma senza luce sulle scale e una storia d’amore finita male. Poi Basil, una canzone dedicata al poeta Basil Bunting, conosciuto da Knopfler in gioventù, delicata e malinconica ballata. Interessante e vagamente springsteeniana la successiva River Towns, con il primo vero guizzo poetico: dopo il fugace incontro con una ragazza, la richiesta di restare ed il no di lei, il protagonista resta solo con la sua bottiglia aperta, «guardando nello specchio il volto che merito di avere». In Skydiver si sentono invece un po’ di Beatles, o se vogliamo di inglesità; atmosfere da cowboy stanco al tramonto in Mighty Man con il ritorno di tin whistle, violino e fisarmonica; e via in un viaggio attraverso paesaggi affascinanti evocati dalle bellissime sonorità, provenienti da un passato conservato, rielaborato e riproposto con cura e grande maestria. Con un piccolo tributo all’Italia in Lights Of Taormina, a tempo di beguine, una sorta di Besame Mucho passata attraverso il Messico e le spiagge siciliane. E fra puro finger-picking (Silver Eagle) e un piccolo tributo alle atmosfere dei Dire Straits (Beryl) si arriva al bellissimo brano che chiude l’edizione standard del cd, Wherever I Go, ulteriormente impreziosita dalla voce della cantante folk canadese Ruth Moody. Per quanto si vaghi, tu sei la stella fissa nel mio cielo. «C’è un posto nel mio cuore/anche se siamo lontani/dovresti saperlo/non importa quanto tempo è passato da quando ti ho vista/terrò una fiamma accesa per te/ovunque andrò».

Ma fra le bonus tracks dell’edizione Deluxe troviamo altre tre perle assolute, il country sfrenato di 38 special, l’atmosfera addirittura barocca e classicheggiante di Heart Of Oak, ma soprattutto la bellissima My Heart Has Never Changed. Il tuo cuore non è mai cambiato, Mark, e deve essere davvero grande per produrre musica così bella.

Mark Knopfler, Tracker
Mercury Records, 2015