La copertina del cd.

Sul ritmo che va e che viene

L'omaggio della cantante siciliana Patrizia Laquidara alla sua terra d'adozione: un album in dialetto vicentino. Un viaggio per riscoprire la tradizione tra brani lenti e galoppate a ritmo di tarantella...
Walter Muto

Terzo lavoro solista per Patrizia Laquidara, cantante siciliana d’origine e veneta d’adozione. Una vocalità preziosa e raffinata la sua, che si intreccia via via con il jazz, il Brasile, l’amatissimo fado (Indirizzo portoghese era il titolo del primo bellissimo cd) e le tradizioni popolari in generale.
Il canto dell’Anguana è infatti ispirato ad una leggenda popolare e cantato interamente in dialetto vicentino. L’anguana è una ninfa tipica della mitologia alpina, una specie di donna-serpente capace di incantare ed ipnotizzare chi ascolta il suo canto. Ci racconta l’autrice, affidatasi per le liriche al poeta Enio Sartori, che ha voluto un lavoro così per fare un dono cantato alla sua terra d’adozione. Ci dice che le culture popolari spesso si mescolano facendo nascere nuove culture, e così in questo racconto intorno a una creatura mitologica si unisce l’anelito verso il possesso di un rapporto e il fatto che sempre sia sfuggente, si celi, si nasconda.
Compagni di avventura sono i membri del gruppo folk Hotel Rif, che portano il contributo di una ricchissima e variegata tavolozza di suoni e ritmi, eseguiti con grande precisione e impatto. In alcuni brani si registra anche la presenza delle Canterine del Feo, un gruppo di cantrici ottantenni che danno un tocco di ulteriore autenticità e confermano il legame con le tradizioni popolari. Man mano che i brani si snodano nel disco si assiste alla continua alternanza fra brani lenti e di grande atmosfera (su tutte le due ninna nanne Dormi putin e Nota d'anguana) e scatenate galoppate a ritmo di tarantella (per esempio L’Anema se Desfa). Un lavoro davvero intenso e coinvolgente per chi voglia mettercisi davanti con un po’ d’attenzione ed approfondire la conoscenza di questa vocalità straordinaria e di arrangiamenti curatissimi che vestono e canzoni di sonorità avvolgenti.
La bellissima Livergòn si barcamena (è proprio il caso di dirlo) dolcemente sul ritmo dell’onda che va e che viene, come viene descritto dal testo, e lo scioglilingua di Tiketetanda ci fa comprendere l’abilità e l’agilità della vocalità della Laquidara e la bravura degli Hotel Rif. E come se ce ne fosse ancora bisogno, questo lavoro ci conferma che chi prende sul serio la propria tradizione produce frutti più ricercati, più gustosi di chi liquida il patrimonio gettandoselo dietro le spalle come un cencio usato e inutile. Vagliare, cercare e ricercare per creare qualcosa di nuovo e originale. Cioè che attinge alle origini. Buon ascolto.

Patrizia Laquidara, Hotel Rif
Il canto dell'Anguana

Slang Music (2011)
€ 14,80